Forza Italia, Falcone nominato commissario a Catania Pippo Arcidiacono lascia. A rischio il gruppo consiliare

La pace in Forza Italia è lontana dal tornare. Dopo lo strappo netto del sindaco di Catania Salvo Pogliese, è il momento delle ripercussioni a catena. La riorganizzazione è ufficialmente cominciata. Da un lato, FI prova a mettere immediatamente una toppa sul buco: Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture, dovrebbe essere nominato commissario a Catania, per prendere in mano le redini della complicata situazione etnea. Il deputato ex An sarebbe in tal caso chiamato a bloccare l’emorragia evocata apertamente dal sindaco che, però, non sembra intrigare un suo fedelissimo. Dario Moscato, catanese vicepresidente nazionale di Forza Italia Giovani, non se n’è andato assieme a Pogliese: «Devo riflettere, non ne ho ancora parlato con lui».

Sull’altro fronte, in Consiglio comunale a Catania, si punta a fare sparire il gruppo forzista già in ritirata dopo l’addio di Giovanni Petralia. Il primo ad andare via è Santi Bosco, capogruppo, in attesa soltanto della prossima seduta consiliare per salutare tutti: «Non condivido più l’impostazione di Forza Italia – dichiara a MeridioNewsné la guida di Gianfranco Micciché, che sta imbarcando di tutto». Per martedì mattina è stata convocata una riunione: secondo le regole del senato cittadino, basterebbe la fuoriuscita di Bosco a causare lo scioglimento di Forza Italia. Sempre che gli altri consiglieri non corrano ai ripari.

Dario Grasso, legato all’aspirante assessore Massimo Pesce, dovrebbe rimanere al suo posto. Del resto, l’area degli ex alfaniani Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione, con i nuovi equilibri, torna ad accrescere il suo peso. C’è, però, l’incognita di Angelo Scuderi: ex consigliere di quartiere con il Pdl, alle scorse amministrative correva in tandem con Daniela Rotella, eletta anche lei. Quest’ultima è finita però in prestito al gruppo In campo con Pogliese per mantenere il numero minimo di tre consiglieri. Manovra necessaria dopo la fuoriuscita, in aperta polemica con l’amministrazione, dell’ex aspirante presidente del Consiglio comunale Andrea Barresi. Se Rotella tornasse in Forza Italia, il gruppo continuerebbe ad avere ragione d’essere. Ma rischierebbe lo scioglimento In campo con Pogliese, che dovrebbe quindi trovare un transfugo da imbarcare. Più che un rompicapo, una partita a briscola. Si fa avanti, nel frattempo, l’ipotesi che a salvare Forza Italia possano essere gli ex Mpa di Grande Catania. Un prestito terrebbe in vita il gruppo, neutralizzando la scissione pogliesiana. Il nome ventilato, se lo scenario dovesse concretizzarsi, è quello di Orazio Grasso. Scelta che, eventualmente, sarebbe figlia del diretto interessamento dell’ex governatore Raffaele Lombardo in asse con il coordinatore regionale Gianfranco Micciché.

«Io sono in sintonia con il sindaco – spiega Scuderi a questa testata – Ma, d’altro canto, faccio parte del partito di Forza Italia da sempre». Insomma, la scelta è difficile: «Da ponderare per bene», aggiunge il consigliere. «Prima dobbiamo discutere il da farsi, qualunque decisione la prenderemo insieme». E se Bosco andasse via? «Magari riusciamo a fare tornare Rotella», suppone. Aggiungendo subito dopo: «Se lei lo vorrà». «Con sincerità: ci aspettavamo che Micciché candidasse alle Europee qualcuno che venisse dalla Sicilia orientale, ci siamo rimasti male un po’ tutti. Ma lui è pur sempre il commissario regionale del partito, e io sono del partito». Un conflitto dilaniante, da chiarire dopo Pasqua e Pasquetta.

Altri interrogativi riguardano la strada che intraprenderà l’assessore ai Lavori pubblici Pippo Arcidiacono: coordinatore cittadino di Forza Italia, fino ad oggi non si era ancora espresso sulle decisioni da prendere. «Sono in linea con Salvo Pogliese – conferma a MeridioNews – Non credo che si possa rimanere in un partito palermocentrico e senza possibilità di dialogo. Non ci sono più ragioni per restare insieme. L’unica certezza, al momento, è che staremo nel centrodestra: siamo un esercito e ci stiamo spostando». Lui, però, con Gianfranco Micciché aveva un buon rapporto: «Avevo dato la mia disponibilità alla candidatura alle Politiche, ma da quel momento in poi lui non mi ha più risposto al telefono – ammette – L’ho cercato diverse volte, senza successo. Non mi sento più pensato e questa cosa mi ha molto deluso. A livello personale, umano, più che a livello di partito. Per questo adesso sì, me ne vado anche io». Il divorzio è consumato.


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