Elezioni europee, i partiti puntano sull’usato sicuro. Tutti i volti notissimi che riscendono in campo per una poltrona

Una volta Bruxelles e Strasburgo erano una sorta di grande cimitero degli elefanti. Lì andavano a svernare volti noti della politica che ormai avevano perso l’appeal con l’elettorato per le elezioni nazionali: fratelli, mogli di, figli attratti anche dalla paga. Oggi la battaglia è forse meno serrata di un tempo, ma quanto meno i contendenti ci credono. Da diverse legislature le cose sono cambiate, è vero, ma possiamo notare – liste alla mano – i ritorni di fiamma di vecchi professionisti della politica, volti non vecchi, vecchissimi, che tornano sulla cresta dell’onda per un momento, forse per il classico quarto d’ora di gloria.

Iniziando in rigoroso ordine alfabetico, Alleanza Verdi Sinistra gioca la carta Leoluca Orlando: storico sindaco di Palermo, per lui quattro mandati da primo cittadino. E sarebbe andato avanti, se non fosse stato per il limite dei due mandati di fila. Il nome di Orlando fa ovviamente il paio, su schieramenti diversi, con quello di Raffaele Stancanelli, l’Orlando catanese che fino a qualche settimana fa era quasi certo dell’elezione, dopo essere passato tra le fila della Lega, forte del promesso appoggio di Luca Sammartino, ormai ex assessore all’Agricoltura, dimesso per una accusa di corruzione. Ancora un sindaco, ma meno vintage, nella lista del Movimento 5 Stelle: è Patrizio Cinque, che da giovane guidò rampante l’onda gialla che si abbattè su Bagheria. Poi aveva trovato rifugio negli uffici pentastellati dell’Ars in attesa di una seconda chance.

Tra i Fratelli d’Italia il già citato Stancanelli è il caso più eclatante, ma dietro di lui – tolti deputati e assessori regionali – il nome d’annata è quello di Giuseppe Milazzo. Consigliere comunale a Palermo, ha ben pensato di ammazzare il tempo con esternazioni piuttosto sui generis. Abbiamo ancora negli occhi l’immagine di lui che salta su un tavolo durante una seduta del Consiglio comunale di Palermo, dove era tornato finita la sua prima avventura oltreconfine. Da sindaco a sindaco e da consigliere a consigliere: il Partito democratico schiera Giuseppe Lupo. Anch’egli consigliere palermitano, è alla prima candidatura alle elezioni europee, nonostante il curriculum corposissimo: è stato pure segretario regionale del partito. E ora? Ora per i manifesti in giro per le città ha scelto la stessa foto del volantino delle Comunali di qualche mese fa. Solo che in quel caso era ritratto in coppia con l’ex deputata Teresa Piccione. E che problema c’è, si ritaglia, come fanno quelli (non) bravi su Facebook.

Già detto di Stancanelli, la Lega presenta anche Ester Bonafede: già assessora di Rosario Crocetta in quota Udc, da qualche tempo frequenta i salviniani. Negli Stati uniti d’Europa, lista che unisce i renziani e i radicali, il volto più noto dopo quello di Matteo Renzi è quello di Rita Bernardini, ex senatrice cara a Emma Bonino, mentre sulle sponde di Azione di Carlo Calenda troviamo la rediviva Sonia Alfano, che risorge a ogni elezione europea, segno che comunque ci tiene. Cateno De Luca, oltre a mettere come capolista se stesso, rispolvera Edy Bandiera, vicesindaco di Siracusa con un curriculum già ricchissimo di esperienze. Così come su di sé punta anche il giornalista e conduttore televisivo Michele Santoro con la lista Pace Terra Dignità, che contiene pure il suo nome. Pieno di nomi noti il manipolo di Forza Italia, dove tuttavia non ci si può non soffermare su Caterina Chinnici: ex eurodeputata eletta tra le fila del Partito democratico, ex candidata alla presidenza della Regione, sempre con il Pd, poi la conversione sulla via di Damasco e il ritorno da capolista alla prima tornata elettorale utile. Sarà la volta buona?


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