Una forte scossa di terremoto è stata avvertita, intorno alle 2.34 di questa notte, in parte del territorio della provincia di Catania. Secondo il comunicato che l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – osservatorio etneo – ha inviato alla protezione civile, la magnitudo del sisma è stata pari a 4.8 e l’epicentro è localizzato a 1,9 chilometri di distanza da Santa Maria di Licodia, a una profondità di circa otto chilometri. In base a quanto si apprende dalla centrale operativa dei vigili del fuoco del comando provinciale di Catania, non ci sarebbero feriti. Alcune persone, in diversi Comuni dell’hinterland, sono state portate in ospedale per motivi precauzionali. Alle 2.59, invece, l’Ingv ha registrato un secondo terremoto: di magnitudo 2.5 e con epicentro, stavolta, a tre chilometri da Biancavilla.
Il sindaco di Licodia, Totò Mastroianni, conferma il crollo di un cornicione all’esterno di Palazzo Ardizzone, in via Vittorio Emanuele, ex sede del municipio che attualmente ospita la biblioteca comunale. «Non ci sono feriti – dichiara a MeridioNews il primo cittadino – Tra qualche ora, quando sarà giorno, faremo una ricognizione con gli uffici tecnici, i vigili urbani e la protezione civile. Intanto stiamo tentando di ripristinare la normale viabilità di via Vittorio Emanuele, che è la strada principale della città».
Crolli e palazzi lesionati anche nelle altre due località più vicine all’epicentro della prima scossa: Paternò (3,6 chilometri) e Biancavilla (5,5 chilometri). I cittadini di tutti i Comuni più colpiti sono usciti dalle loro abitazioni e sono scesi in strada. A Paternò la chiesa di Santa Barbara è stata transennata per via della caduta di alcuni calcinacci e del formarsi di una evidente frattura sul prospetto frontale della facciata. A Biancavilla alcuni calcinacci si sono staccati, invece, dalla chiesa di Santa Maria dell’Idria. Gli edifici più antichi sono quelli che per primi hanno manifestato i segni del sisma. Il terremoto è stato avvertito in tutta la provincia di Catania e fino ai territori di Siracusa, Enna e Messina.
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