Formazione/ Quattro sigle sindacali scrivono al Governo: “Mentri u mericu sturia u malatu sinni và”…

LA LETTERA DI ASILFOP, COBAS, CUB E iRRIDUCIBILI

Sulla rete circola una lettera firmata da da ASiLFoP – lavoratori federati della Formazione professionale COBAS – Scuola Formazione Professionale, C.U.B – Scuola Formazione Professionale, ‘Gli irriducibili della Formazione professionale della Sicilia.

Noi l’abbiamo letta su Trapani OK.it

ed è indirizzata:

al presidente della Regione, Rosario Crocetta,

all’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra

La lettera è stata scritta in uno dei momenti più difficili di questo settore. E’ di questi giorni, infatti, il nuovo scandalo che ha colpito il mondo della formazione di Catania e, come abbiamo scritto stamattina, il rituro dell’accreditamento ad altri 4 enti: l’Anfe di Catania, Iras, Issvir e Anfes. Provvedimento adottato dal Governo della Regione che porta ad 11 il numero degli enti ai quali è stato tolto l’accreditamento.

La vicenda di catania ha creato altri mille e 500 disoccupati nel settore. Personale che transiterà al Ciapi di Priolo. 

Ma vediamo, adesso, cosa scrivono le quattro sigle:

“Alla luce dell’ulteriore terremoto che ha colpito Catania – si legge nella lettera – portando alla ribalta della cronaca i grandi manovratori degli enti Anfe Catania, Iraps, Issvir e Anfes e dopo le indiscrezioni odierne su controlli in atto a Caltanissetta (ENAIP As.A.Form) e Trapani (EFAL) non è più possibile continuare a credere che quanto accaduto sia un fenomeno isolato ma bisogna rendersi conto di essere davanti ad una cancrena dell’intero sistema”.

“Non hanno funzionato i controlli ‘capillari’ da parte degli organismi preposti, gli accreditamenti, le certificazioni di qualità, le rendicontazioni e tutto quanto di farraginoso messo in atto che con meticolosità ed ingegno è stato aggirato o, non vogliamo crederci, è sfuggito o per distrazione o per altro, durante le verifiche ispettive”.

I rappresentanti delle quattro sigle scrivono di aver subito la Cassa integrazione. E lamentano di non essere riusciti ad incontrare l’assessore Scilabra. La quale, invece, incontrerebbe “regolarmente quelle organizzazioni sindacali ed i loro rappresentanti che tanto hanno contribuito alla lenta demolizione ed al saccheggio della formazione professionale in Sicilia”.

I rappresentanti delle quattro sigle ricordano di rappresentare “quei lavoratori, tantissimi, che non si riconoscono nelle organizzazioni sindacali firmatarie di contratti collettivi di lavoro”. E ricordano che l’ultima convocazione, da parte del Governo regionale, “è stata annullata 45 minuti prima dell’orario stabilito”.

“Pur comprendendo gli impegni ed il carico di lavoro dell’assessore – sottolineano i rappresentanti delle quattro sigle – non vorremmo incarnare il famoso detto mentri u mericu sturia u malatu sinni và”.

Nella lettera si racconta venerdì 11 ottobre 2013 alle ore 14,15: “Abbiamo ricevuto una e-mail accompagnata da una telefonata con la quale si annullava l’incontro a causa di imprevisti impegni istituzionali della stessa e da fissare a data da destinarsi. Abbiamo avvisato tempestivamente le delegazioni dei lavoratori che erano già partite da Messina, da Catania, da Agrigento, da Caltanissetta, da Marsala e da Siracusa e quasi arrivati a Palermo”.

A questo punto i rappresentanti delle quattro sigle illustrano gli argomenti che vorrebbero esporre al Governo.

Si impegnano “a consegnare personalmente all’assessore la copia della lettera di disperazione inviata ai giornali online dal collega Giuseppe Raddusa, delegato ASiLFoP per la provincia di Catania, il quale non percepisce stipendi da 26 mesi e dorme in macchina con la famiglia. Auspichiamo che l’assessore possa agire immediatamente con un sostegno economico immediato attraverso l’applicazione dell’art.5 del DPR 207 del 2010”.

“Malgrado gli impegni assunti diversi mesi addietro dal presidente Crocetta, dall’assessore Scilabra e dal suo staff, molti enti di formazione professionale attualmente non erogano gli stipendi in media da 8 a 26 mesi”.

Nella lettera si parla di “enti che hanno partite debitorie del 2010 e 2011”.

Le quattro sigle chiedono al Governo “l’istituzione un’agenzia unica in cui confluiscano gli 8300 lavoratori”. E si dicono contrari allo “spin-off con 1850 lavoratori degli sportelli prima, successivamente di quelli dello IAL, ARAM, LUMEN, ANCOL, AIPRIG, CEFOP, ANFE, etc”.

Mentre i lavoratori sono “gli unici a pagare con la cassa integrazione – si legge ancora nella lettera – non vengono tagliate spese inutili e dispendiose quali le consulenze e l’esternalizzazione di altri servizi dove, purtroppo, come hanno dimostrato i recenti fatti di cronaca, si nascondono le ‘magagne’ e le manciugghie”.

“Questo – sottolineano – è il modus operandi di enti che hanno finalità di lucro, zero scrupoli e sono amministrati da (im)prenditori che non rischiano con somme proprie ma utilizzano finanziamenti regionali e comunitari”.

“Malgrado le nostre ripetute richieste – prosegue la lettera – non è stata ancora emanata una direttiva sugli accantonamenti delle somme delle indennità allievi. Queste somme (notevolmente sovradimensionate) risultano in atto già erogate dall’amministrazione regionale ed utilizzate per altri fini o accantonate nell’attesa della chiusura dei rendiconti (chissà quando…). Nel frattempo i lavoratori aspettano ed intanto trascorrono i mesi e crescono i debiti e la disperazione”.

“La deliberazione n. 200 del 6.6.2013 voluta fermamente dalle scriventi OO.SS. e dallo stesso assessore Scilabra attraverso l’accordo del 3 giugno 2013, non viene applicata integralmente, molti enti non hanno ancora ricevuto il secondo acconto del 25% per la lentezza della procedura della compensazione INPS, la chiusura dei rendiconti e l’implementazione delle procedure è in alto mare e, cosa ancora più grave, non si hanno certezze sulla liquidazione del Fondo di garanzia 2012”.

“Non riusciamo a comprendere, inoltre – prosegue la lettera – per quale oscura e recondita motivazione l’amministrazione regionale applica il D.P.R. 207 del 5 ottobre 2010 in modo incompleto, recependo l’art. 4 ma ignorando l’art. 5 che consentirebbe il pagamento diretto degli operatori in caso di inadempienze degli enti gestori”.

Oltre a chiedere un “controllo rigoroso ed accurato sull’albo regionale del personale docente e non docente”, le quattro sigle ricordano che, “ad oggi, nonostante proclami e rassicurazioni varie, non è ancora stato emanato il decreto relativo all’avvio delle attività formative negando un diritto agli allievi che numerosissimi risultano iscritti nei corsi e conseguentemente ritardando abnormemente le procedure e gli adempimenti connessi all’inizio delle attività (bandi, selezioni, vidimazione registri, etc.)”.

“Non siamo più disponibili – conclude la lettera – ad accettare promesse e chimere sulla pelle dei lavoratori e delle rispettive famiglie”.

 

 


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