Dura da due anni la collaborazione dei vertici dell'ente con la procura e le forze dellordine di catania per far luce su quanto emerso dall'inchiesta.
Formazione professionale/ Genco: “Anfe nazionale estranea ai fatti di Catania”
DURA DA DUE ANNI LA COLLABORAZIONE DEI VERTICI DELL’ENTE CON LA PROCURA E LE FORZE DELLORDINE DI CATANIA PER FAR LUCE SU QUANTO EMERSO DALL’INCHIESTA.
IN CALCE IL COMUNICATO INTEGRALE DELL’ANFE
LAnfe nazionale prende le distanze dallindagine della Procura della Repubblica di Catania che ha portato allarresto di Giuseppe Saffo, presidente dellAnfe di Catania e Francesco Cavallaro (nipote di Saffo) ai vertici degli enti di formazione indagati allepoca dei fatti.
Assumeremo i provvedimenti del caso per salvaguardare limmagine e lonorabilità della nostra associazione e perseguiremo tutti i coinvolti, indagati e non – dichiara Paolo Genco, presidente nazionale dellAnfe – il nostro ente è totalmente estraneo ai fatti di contestati e ci costituiremo parte civile allapertura del processo”.
“Come Anfe nazionale – aggiunge – avevamo già commissariato circa 2 anni fa la sede provincia di Catania.
“Da subito abbiamo lavorato, a stretto gomito, con la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica di Catania – chiarisce Gaetano Calà, Commissario dellAnfe Catania – per far luce sulla gestione dei corsi riferiti al periodo che va dal 2005 al 2010.
Dallindagine emerge una vera e propria rete familiare nella gestione dei corsi di formazione professionale. Tra i personaggi chiave emersi dallindagine, Francesco Cavallaro, presidente dellIrsaps, è nipote di Giuseppe Saffo ed era anche direttore generale dellAnfe Catania allepoca dei fatti.
Contestate fatturazioni false, la sottrazione del Tfr dei dipendenti, spese gonfiate, una risma di carta era arrivata a costare 8,4 euro rispetto al circa 2,5 euro del costo medio allacquisto.
Tra gli indagati anche un dipendente regionale: si tratta di Rosa Maria Trovato, funzionario istruttore del Centro per lImpiego di Acireale ed agli arresti domiciliari a seguito del blitz delle forze dellordine di stamattina. Linteressata aveva fatto assumere la figlia allAnfe di Catania.
Di seguito il comunicato integrale dell’Anfe:
“Con riferimento a quanto accaduto in data odierna nel contesto dell’operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di alcune persone dell’A.N.F.E. Delegazione provinciale di Catania accusate di aver perpetrato azioni criminose e truffe nei confronti della collettività, l’A.N.F.E. Nazionale e l’A.N.F.E. Delegazione regionale Sicilia esprimono una dura condanna nei confronti delle persone di cui si dovesse accertare la responsabilità e dichiarano la più completa estraneità ai fatti criminosi, precisando che:
L’A.N.F.E. Nazionale e l’A.N.F.E. Delegazione regionale Sicilia hanno dato mandato ai propri legati di avviare tutte le procedure volte ad assicurare il rispetto e la tutela del nome e dell’onorabilità dell’associazione, dei dirigenti e di tutti i lavoratori
Nel settembre 2011 l’A.N.F.E. Nazionale – venuta a conoscenza dell’avviso di garanzia ricevuto da Giuseppe Saffo e Francesco Cavallaro – ha commissariato la struttura provinciale, in virtù degli strumenti costitutivi che consentono il commissariamento, sollevando da qualsiasi incarico dirigenziale e incarico associativo il signor Giuseppe Saffo e la signora Eleonora Viscuso, mentre il signor Cavallaro, essendo dipendente subordinato dell’A.N.F.E. Catania, ha avuto la riduzione delle mansioni, trasformatasi in data odierna in sospensione del rapporto di lavoro; per quest’ultimo, l’A.N.F.E. si riserva ulteriori provvedimenti ed eventuali azioni di rivalsa.
Sempre nel settembre 2011, l’A.N.F.E. ha iniziato azioni ispettive e di verifica che hanno condotto al riordino della struttura, orientando i propri sforzi all’ottenimento della trasparenza amministrativa e finanziaria, fornendo ogni possibile forma di collaborazione con gli organi inquirenti e con le amministrazioni regionali.
Lo scorso mese di luglio, l’A.N.F.E. Nazionale ha depositato presso la procura di Catania le pratiche per costituirsi parte civile nell’eventualità di un processo, sia contro i dirigenti oggi arrestati, sia contro ogni dipendente della struttura provinciale che risultasse eventualmente coinvolto.
L’A.N.F.E. Nazionale e l’A.N.F.E. Delegazione regionale Sicilia esprimono tutta la loro fiducia negli organi inquirenti e nella magistratura e il plauso nei confronti del governatore Crocetta e del suo governo, con specifico riferimento all’Assessore del Lavoro Scilabra e auspicano che le loro azioni possano condurre verso quella regolarità di cui tanto necessita il settore della formazione professionale siciliana.