Formazione, in arrivo il terzo sciopero generale

Al disimpegno del Governo regionale rispondono i sindacati con un fitto programma di proteste che culminerà nel terzo sciopero generale della formazione professionale in meno di un mese. Manifestazione che è stata organizzata per il 4 giugno prossimo.

Meno male che l’esecutivo tra proclami e chiacchiere continua a dichiarare che tutto è sotto controllo. Ci vuole molto a capire che in tempo è scaduto e siamo in “zona cesarini”? Ad osservare l’attività delle tre donne di potere, Nelli Scilabra, assessore alla Formazione professionale, Ester Bonafede, assessore al Lavoro, e Anna Rosa Corsello, dirigente generale al dipartimento Lavoro con l’interim della Formazione professionale, gli impegni pare non manchino. Osservatori riferiscono che non stanno mai ferme, appaiono super impegnate sfuggendo sempre e continuamente a qualunque appuntamento, incontro, confronto. Ma di cosa si occupano? È un mistero.

Matura sempre più la convinzione, invece, che sfuggano perché nulla hanno da dire. Abbiamo più volte raccontato del fallimento di queste donne, catapultate in posti apicali di grande responsabilità ma bocciate nel profitto. Azione politica e amministrativa approssimativa, confusa e con poche idee sconnesse con la realtà del settore.

Chiediamo al presidente della Regione Crocetta: visto il danno politico prodotto dalle donne di potere, se non sia forse il caso di cominciare a pensare a un cambio di guardia?

Non era mai successo che Cgil, Cisl e Uil, storicamente controparte di tutti i Governi regionali, si siano trovate costrette a usare le “maniere forti”. Che in democrazia significano assemblee dei lavoratori, sit-in, manifestazioni di piazza e scioperi generali. Due grandi manifestazioni si sono già celebrate ed una terza, come dicevamo, è già stata programmata. Segno che avevamo visto bene mesi fa nel coniare l’azione del Governo regionale nel settore della formazione professionale come quella dei “sogni e dei rinvii”.

Slogan accostato al trio CSC, acronimo che sta per Crocetta, Scilabra e Corsello. Visto l’andazzo siamo costretti ad aggiungere anche una “B”, quella che richiama l’immobilismo e l’incompetenza di Ester Bonafede, assessore che non si è distinta, almeno fino ad oggi, per dichiarazioni sui contenuti di materie scottanti come il lavoro o la riforma delle politiche attive e passive . Ma torniamo alle iniziative delle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo di lavoro della categoria.

Sit in e presidi dei lavoratori della formazione professionale organizzati da Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, si terranno il 22 maggio davanti a tutte le prefetture della Sicilia. La mobilitazione proseguirà il 27 con altri sit- in, questa volta davanti agli uffici provinciali del lavoro e ai centri per l’impiego e culminerà, come già anticipato, il 4 giugno nello sciopero regionale di tutto il comparto (formazione, OIF, Sportelli multifunzionali).

Lo hanno deciso gli esecutivi regionali di Flc , Cisl Scuola e Uil Scuola riunitisi ieri a Enna. Sulla decisione di proseguire la vertenza sulla formazione professionale riportiamo la dichiarazione di Giusto Scozzaro, Segretario regionale Flc Cgil. “I lavoratori sono ormai allo stremo: non ricevono stipendio da molti mesi e hanno ormai difficoltà pure a sostenere i costi dei loro spostamenti verso i luoghi di lavoro. E’ una situazione inaccettabile, ha sottolineato Scozzaro, che sta determinando il crescere della tensione tra i lavoratori. Il segretario regionale del sindacato guidato da Susanna Camusso ha rincarato la dose. “Noi chiediamo al Governo di dare subito risposte concrete e di risolvere i problemi sul tappeto”.

Va detto che, a seguito delle manifestazioni degli ultimi giorni che hanno visto la partecipazione massiccia di oltre tre mila lavoratori del settore, la Commissione Cultura e Lavoro dell’Assemblea regionale siciliana (Ars) ha intanto deciso di convocare per martedì 21 maggio, alle ore 10,00 sindacati, Enti e Governo regionale. Che si siano svegliati dal letargo anche i parlamentari regionali? Lo vogliamo sperare per il bene dei lavoratori.

Certo le speculazioni politiche sono dietro l’angolo, ma in Sicilia senza clientelismo non si ottiene nulla. E allora meglio il clientelismo o l’immobilismo? Una domanda dalla difficile risposta.


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