Un dialogo tra sindacati e lavoratori liberi di questo ettore e possibile solo se incentrato sulla salvaguardia del lavoro e delle retribuzioni
Formazione: i Sindacati sono tutti da buttare? No, a patto che si evitino altri inciuci con l’accoppiata Crocetta-Scilabra
UN DIALOGO TRA SINDACATI E LAVORATORI LIBERI DI QUESTO ETTORE E POSSIBILE SOLO SE INCENTRATO SULLA SALVAGUARDIA DEL LAVORO E DELLE RETRIBUZIONI
Con molta probabilità – a giudicare dal numero e dal tenore delle telefonare e dei messaggi arrivati – stamattina abbiamo ‘strapazzato’ un po’ tutti i sindacati che operano nella Formazione professionale. In verità, abbiamo distino la Cgil, la Cisl, la Uil e lo Snals dagli altri. Ma il nostro articolo non è piaciuto.
Alla fine che abbiamo detto? Che, a nostro avviso, ci sembra impossibile che il Governo regionale sia riuscito, per due anni, a prendere in giro circa 10 mila lavoratori da solo? Per realizzare un ‘lavoro’ così ben fatto deve essere servito, per forza di cose, la sponda del sindacato.
Magari – ma questo l’abbiamo detto – le responsabilità tra le sigle sono diverse. Magari i Cobas non hanno nulla a che vedere con le altre sigle. Ma la la collusione ‘consociativa’ – perché di questo si tratta: di collusione politica-consociativa, naturalmente – c’è stata. E si vede.
Detto questo, non siamo tra quelli che debbono per forza di cose sfasciare tutto. Se – come ci dicono – c’è la volontà reale, da parte di tutte e organizzazioni sindacali per aprire una vertenza vera e seria con il Governo regionale, beh, che ben venga. Noi, più di altri, siamo convinti che tra i lavoratori l’unione è la vera forza.
Ciò posto, però, niente più accordi al ribasso – e magari sottobanco – con il Governo del presidente Rosario Crocetta.
Si paghino subito tutti gli stipendi ai lavoratori della Formazione professionale. Non con le parole, ma con i soldi nei conti correnti. E si avvii la terza annualità con la certezza delle risorse finanziarie. Si sblocchino, poi, con atti giuridici vincolanti le prime e terze annualità dellObbligo formativo, pagando i lavoratori del segmento. Consentendo ai minori – spesso a rischio – di tornare a frequentare i corsi.
Il Governo vuole fare la riforma della Formazione e dei Servizi per il lavoro? Bene. La porti all’Ars. Sarà il Parlamento siciliano ad assumersi la responsabilità di privatizzare sia la Formazione, sia i Servizi per il lavoro.
Noi non siamo così bravi da sapere se la maggioranza di Sala d’Ercole sarà d’accordo nell’affidare questi due settori ai privati (anche se qualche dubbio lo coltiviamo). In ogni caso, qualunque sarà la decisione, il Parlamento siciliano è sovrano.
Ma è chiaro che non si possono eliminare fisicamente – come il Governo regionale sta cercando di fare – circa 10 mila persone, a cominciare dai circa mille e 800 ex sportellisti. Le persone non sono ‘cose’. Anche se governa Renzi, che in tv dice che le “imprese debbono poter licenziare” (grande ‘leader’ della sinistra italiana, no?), questo non si può fare.
Se l’Ars gli darà il consenso per farlo, Crocetta, Lumia e Davide Faraone possono pure consegnare Formazione e Servizi per il lavoro ai privati. Ma non possono consegnare circa 10 mila persone alla disperazione, non pagandogli nemmeno il lavoro arretrato.