Formazione: dipendenti, Garanzia giovani e Cig Opposizioni all’attacco: «Le persone vanno rispettate»

Il presente è descritto in due comunicati stampa. Il primo è del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars. Dove si parla di «800 nuovi licenziamenti. A perdere il lavoro saranno i dipendenti di Enfap ed Enaip, che già avevano avuto il preavviso dell’atto che i lavoratori dei due enti giudicano illegittimo perché in spregio alla legge regionale numero 24 del 1976 e al Contratto nazionale di lavoro». «E ‘assurdo e inumano – afferma il deputato del M5S all’Ars, Francesco Cappello – che ai piani alti della Regione le grida di lavoro di questa gente e delle loro famiglie non arrivino nemmeno. Il mondo della formazione è stato costellato da sperperi, gestioni tutt’altro che limpide e da traffici illeciti che andavano certamente interrotti e denunciati. Siamo noi i primi a dirlo, ma non è ammissibile che drammi familiari di migliaia di famiglie passino sotto silenzio»

«Questo mondo, che è stato un enorme bacino clientelare – aggiunge Cappello – va ridisegnato totalmente, ma al netto di questo le persone vanno rispettate, cominciando anche col pagare chi ha lavorato e attende decine di stipendi arretrati. Una delle cose più assurde, infatti, è che si permette il licenziamento a enti che da un lato sono debitori di almeno 20 mesi di retribuzioni ai propri dipendenti e dall’altro hanno goduto del finanziamento». 

Chiarimenti sulla questione Piano giovani e Garanzia giovani chiede invece il capogruppo all’Ars, sempre del Movimento 5 Stelle, Valentina Zafarana, che sollecita l’audizione in commissione Lavoro dell’assessore regionale alla Formazione, Mariella Lo Bello. «E questo – afferma la parlamentare – anche alla luce della pesantissima perdita dei fondi Pac, avvenuta a causa dell’incompetenza e delle manovre politiche non del tutto limpide dell’ex assessore Scilabra». Chiaro il riferimento ai tirocini formativi. Fondi che Roma ha ritirato dopo le polemiche esplose la scorsa estate tra l’allora assessore regionale, Nelli Scilabra, e la dirigente generale, Anna Rosa Corsello

In questo ambito, la novità è rappresentata dal positivo risultato ottenuto due giorni fa a Roma dall’attuale assessore regionale al Lavoro, Bruno Caruso, che è riuscito a salvare il 170 milioni di euro circa del Piano Garanzia Giovani. Soldi che dovranno essere spesi in modo celere entro il 31 dicembre di quest’anno in favore dei giovani siciliani disoccupati (il riferimento è ai giovani di età compresa tra 18 e 35 anni che non studiano e non lavorano). 

Il tema della cassa integrazione è affrontato dal capogruppo all’Ars di Forza Italia, Marco Falcone. «I circa quattromila lavoratori espulsi dal mondo della Formazione professionale – dice Falcone – rischiano di non poter percepire l’assegno della cassa integrazione perché ministero del Lavoro e Inps l’hanno congelata». Sulla vicenda lo stesso Falcone ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all’assessore dell’Istruzione e della Formazione professionale, Lo Bello. «Tale personale – si legge nell’interrogazione – che, di fatto, ha perso il posto di lavoro, vedendo svanire anche l’appiglio di un paracadute sociale, vive un grave stato di disagio e costernazione che può sfociare anche in tragiche azioni eclatanti». 

Falcone si sofferma sulla rimodulazione dei fondi europei della vecchia programmazione 2007-2013. Rimodulazione, aggiunge il deputato, che verrà attuata intorno al mese di marzo. «Ma poiché al 7 gennaio risulta un debito nei confronti dell’Inps di 43 milioni relativi al 2014 – sottolinea il capogruppo degli azzurri all’Ars – la cassa integrazione al momento è bloccata». In realtà, la cassa integrazione per i dipendenti della Formazione professionale della Sicilia, lo Stato l’ha bloccata dall’agosto della scorso anno. Non a caso Falcone fa riferimento a una cassa integrazione che dovrebbe essere pagata con i fondi europei. Dimenticando, però, che i fondi europei di cui parla il capogruppo di Forza Italia sono finiti dentro il Piano di azione e coesione (Pac), cioè tra le risorse che il governo Renzi ha incamerato. Vero è che la prossima settimana i vertici del dipartimento della Formazione professionale siciliana saranno a Roma per discutere il «monitoraggio rinforzato» (cioè la possibilità di recuperare almeno una parte dei fondi Pac tolti alla Sicilia dal Governo Renzi). 

Ma dare per scontato che Roma restituisca una parte dei fondi che ha tolto alla Sicilia è un po’ azzardato. Falcone, da parte sua, chiede inoltre di «disciplinare la condizione di quei lavoratori licenziati, che, nei confronti dell’ente di formazione, erano titolari di un contratto a tempo indeterminato garantito e tutelato da leggi regionali ancora in vigore». In questo caso il riferimento è alla legge regionale n. 24 del 1976, che non è mai stata abrogata, ma aggirata in modo proditorio e spesso truffaldino da provvedimenti amministrativi. Non a caso, sulla mancata applicazione della legge regionale n. 24, è in corso una class action sulla quale si dovrà pronunciare la magistratura.


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