A seguito di sollecitazioni e attacchi destinati al nostro giornale, riteniamo opportuno ritornare sulla notizia riportata nellarticolo pubblicato lo scorso 20 maggio dal titolo formazione, con i soldi del piano pagheranno la cassa integrazione. E lo facciamo a chiarimento delle informazioni dirette ai nostri lettori che, sostenendoci giornalmente, hanno sempre mostrato apprezzamento per le nostre battaglie a difesa del lavoro e dei lavoratori; dei diritti e della legalità.
Formazione, attacchi ingenerosi dagli amici della Cisl
A seguito di sollecitazioni e attacchi destinati al nostro giornale, riteniamo opportuno ritornare sulla notizia riportata nellarticolo pubblicato lo scorso 20 maggio dal titolo Formazione, con i soldi del piano pagheranno la Cassa integrazione. E lo facciamo a chiarimento delle informazioni dirette ai nostri lettori che, sostenendoci giornalmente, hanno sempre mostrato apprezzamento per le nostre battaglie a difesa del lavoro e dei lavoratori; dei diritti e della legalità.
Il ragionamento, su cui trova sviluppo larticolo in questione ha mutuato lanalisi dallesame degli accadimenti degli ultimi giorni e dalla dichiarazione resa sulla vicenda degli ammortizzatori sociali dal dirigente generale del dipartimento Lavoro, Anna Rosa Corsello.
Proprio nei giorni scorsi, Anna Rosa Corsello ha illustrato alle organizzazioni sindacali la situazione legata alla copertura finanziaria della Cassa integrazione guadagni in deroga in Sicilia per i casi ancora non liquidati per il 2012 e il rifinanziamento per lanno in corso. Dichiarazione attinta proprio dal sito www.fisascatpalermo.it, Federazione italiana sindacati addetti servizi commerciali affini turismo di Palermo della Cisl.
Dalla fonte citata emerge che la Regione ha un budget accantonato di circa 108 milioni, che però al momento non può essere utilizzato. Si tratta dei fondi comunitari originariamente inseriti nel Fondo sociale europeo e recentemente trasferiti nel Piano giovani, il programma di investimenti gestito direttamente da Roma.
Inoltre, sempre dal sito della Cisl siciliana, abbiamo desunto la dichiarazione del dirigente generale che precisa quale procedura dovrà attivarsi per poter utilizzare le citate risorse. Per sbloccare queste somme – ha spiegato la Corsello – bisogna attendere un via libera da Bruxelles e poi unistruttoria ministeriale.I tempi potrebbero non coincidere con la velocità della crisi.
Notizia, quindi, certa per via della fonte citata, ma anche per la dichiarazione resa dallamministrazione regionale. Ribadiamo che le difficoltà ci sono e sono tutte riconducibili proprio al passaggio delle risorse comunitarie (108 milioni di euro citate dalla dottoressa Corsello) al Ministero che passano poi dal Piano giovani. Laccostamento giornalistico, richiamato dallarticolo in questione, allAvviso 20/2011 risponde allincertezza manifestata fino a qualche ora fa dallamministrazione regionale sullutilizzo delle somme, al quale si è aggiunta la decisione del Governo nazionale di rifinanziare con diverse fonti finanziarie la Cassa integrazione.
È proprio a seguito delle perplessità avanzate dal nostro articolo che il capo della segreteria tecnica dellassessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, ha dovuto dichiarare formalmente ai sindacati che il decreto di impegno di 286 milioni di euro per rifinanziare la seconda annualità dellAvviso citato è stato firmato dal Ministero dellEconomia.
Del resto, ancora ad oggi lassessore Scilabra, e la collega di Giunta con delega al Lavoro, Ester Bonafede, nulla hanno chiarito come verranno utilizzati i circa 452 milioni di euro del cosiddetto ‘Piano giovani’ che, ricordiamolo, sono soldi della Sicilia. Lincertezza permane ed a questa che abbiamo riposto lattenzione, nellarticolo in questione, come in molti altri precedenti. Né abbiamo esposto le considerazioni dando lidea di una contrapposizione tra finanziamento della Cigd e Avviso 20/2011.
La somma del Piano giovani appare bastevole anche per fare dellaltro, di certo non dipende da noi. Tale notizia è apparsa lo scorso 10 maggio anche sul sito www.abruzzo24ore.tv, che ha svelato i retroscena sul provvedimento con il quale il Governo centrale rifinanzierebbe la Cassa integrazione guadagni in deroga. Riportiamo il passaggio richiamato dal citato giornale online
Questa volta – leggiamo sul già citato giornale – a rimetterci sono la formazione e i fondi residui per la detassazione dei salari, insomma per pagare la Cassa integrazione ad operai vittime di imprenditori senza scrupoli blocchiamo la formazione dei nostri giovani e le opportunità di fare business delle piccole e medie imprese che, in realtà, sono l’humus stesso del nostro territorio.
La notizia in questione, oggetto di preciso attacco, è chiaramente riferita a fonti certe e riportate nellarticolo contestato. Parlare di parzialità e approssimazione appare fuori luogo. Considerare poi larticolo tendenzioso e offensivo lascia basiti; il testo, declinato al condizionale, trova ispirazione dal caos istituzionale degli ultimi mesi, quotidianamente commentato dal nostro giornale e senza per questo suscitare scalpore. In tutti questi mesi di giornaliero impegno rivolto al settore della formazione professionale non ci è mai capitato di ricevere accuse di manipolare linformazione ad arte per aizzare i lavoratori contro questo o quel sindacato.
Il nostro giornale non cura interessi di parte, ma si sforza sempre di raccontare ciò che accade in maniera veritiera, puntuale, dando spazio a tutti coloro che hanno sentito il dovere di denunciare soprusi o inadempienze. Il tutto dentro lalveo delle regole. Peraltro, il settore della formazione professionale, per la sua complessità, per il clientelismo che lha sostenuto nel tempo, per gli interessi diretti o indiretti della politica siciliana e nazionale, non abbisogna di alcuna invenzione o manipolazione. I nostri articoli, oltre 200 in meno di un anno, ne sono lampia dimostrazione.
E sufficiente, ed è prassi che seguiamo ogni giorno – lo ripetiamo – da oltre un anno, seguire giornalmente i fatti per attrarre la notizia di interesse pubblico. Proprio così, il settore della formazione professionale centralizza lattenzione non solo di circa 10 mila lavoratori dipendenti degli Enti formativi, ma anche linteresse di un indotto che di almeno altri 10 mila soggetti.
Certo, a volte descrivere fatti che hanno voci discordanti non aiuta a far emergere la verità degli accadimenti. Tanti, forse troppi, gli interessi economici e politici che orbitano da sempre nel settore. Spingersi, però, ad accusare di parzialità e approssimazione il nostro giornale, appare esercizio quanto meno ingeneroso. E lo affermiamo consci di avere finora dato spazio a chiunque ne facesse richiesta, senza con questo privilegiare Tizio o Caio.
Recentemente, a seguito del corposo programma di manifestazioni sindacali che hanno raccolto la protesta dei lavoratori della formazione professionale, stanchi di attendere gli stipendi, abbiamo ritenuto, convintamente, di elogiare i sindacati che si sono resi protagonisti della volontà dei più deboli. Appare davvero ingeneroso, dicevamo, ogni attacco alla nostra linea editoriale.
Nellarticolo de quo ci si condanna per avere riportato e commentato precise posizioni assunte, a parer loro, che sarebbero strumentali e gravemente lesive dellimmagine. Forse laver riportato e commentato, sempre dalla stessa fonte www.fisascatpalermo.it, una dichiarazione forte del sindacato può aver ingenerato nervosismo e stizza.
Quando abbiamo riferito, in diversi articoli, della protesta di piazza, non abbiamo lesinato commenti favorevoli nei confronti di Cgil, Cisl e Uil che si sono schierati a sostegno delle ragioni dei lavoratori vessati. In un passaggio dellarticolo in questione abbiamo riportato la posizione critica del sindacato in merito alle attuali relazioni con lamministrazione regionale.
Gli uffici della Regione che dovrebbero gestire i fondi europei, sono impreparati a svolgere le procedure, si legge sul sito richiamato. A seguire poi la proposta lanciata dallo stesso sindacato: Chiediamo un intervento del Ministero della Coesione territoriale, una task force che gestisca il Fondo sociale europeo per la Formazione dato che lamministrazione non si è dimostrata in grado, altrimenti la paralisi non si fermerà e porterà al collasso il sistema.
Questa è dichiarazione che abbiamo riportato e non manipolato. Non è nostra volontà polemizzare con organizzazioni sindacali che, operando da oltre un trentennio nel settore della formazione professionale in Sicilia, hanno svolto unimportante funzione di programmazione, impulso, tutela, salvaguardia e sensibilizzazione a sostegno delle ragioni del mondo del lavoro e della formazione professionale.
Così come chiariamo una volta per tutte che il riferimento fatto, nellarticolo del 20 maggio scorso, alla dichiarazione del Segretario generale mirava esclusivamente a porre a confronto la scelta del Governo nazionale di rifinanziare la Cassa integrazione guadagni in deroga con diverse risorse, tra le quali quelle dalla formazione destinata ai giovani, rispetto a quanto commentato da altre fonti e indiscrezioni. Non aveva lobiettivo di contestare quanto dichiarato o alludere a chissà che, avendo riscontrato nella dichiarazione distensiva del Segretario generale la volontà, opportuna e meritevole, di gettare acqua sul fuoco per ammorbidire una pericolosa protesta sociale che divampa in tutta Italia. Atteggiamento, quello del leader sindacale, che, ripetiamo, sottolineiamo favorevolmente per il chiaro intento di rasserenare gli animi di centinaia di migliaia di lavoratori imbestialiti per la perdita del lavoro.
Così come ci sentiamo di respingere ogni addebito circa laccusa di alimentare irresponsabilmente il già surriscaldato clima di tensione sociale del settore. Dal nostro giornale monitoriamo costantemente il clima sociale attraverso i tanti documenti che giungono in redazione e le centinaia di post che supportano i nostri articoli, molti dei quali critici e aspri, in un confronto democratico e aperto con i lettori ed anche con i tanti detrattori.
Questa è la libertà di opinione che difendiamo e attuiamo ogni giorno attraverso il nostro giornale. Lo spazio è da sempre a disposizione di tutti i lavoratori, i dirigenti sindacali, e gli Enti interessati a contribuire alla comprensione dei fatti narrati o a denunciare specifici contesti.
Il clima di tensione sociale nel settore della formazione professionale non ci appartiene e di certo non potrà crescere con le notizie riportate nellarticolo oggetto di attacco. La tensione affonda le radici nel passato e coinvolge anche precedenti Governi regionali, rei di aver inflazionato il settore. Ciò che ha ingigantito la protesta e la tensione sociale è il fatto che non era mai accaduto prima degli ultimi due anni che venissero messi in discussione, dopo trentanni, i posti di lavoro.
Abbiamo raccontato a iosa come il settore goda di un sistema normativo regionale di maggior favore che tutela e garantisce i livelli occupazionali oltre che le retribuzioni. Principi saltati per diverse ragioni politiche e non solo per queste. Il nostro augurio è che i problemi vengano superati. Nellinteresse dei lavoratori.