Fondi europei per gli ammortizzatori sociali, Cisl: “Crocetta chieda di più al Governo nazionale”

Se è esagerato dire, come ha fatto Beppe Grillo, che tutti i fondi europei in Sicilia (come nelle altre regioni del Sud) finiscono in mano alla criminalità organizzata,  di certo la nostra Regione non puà considerarsi ‘virtuosa’ nell’utilizzo di queste risorse. Indubbiamente, oltre al grande problema del mancato cofinanziamento statale, che di fatto blocca la spesa (non a caso il Premier Renzi ha chiesto all’Ue di escludere questa voce dal patto di stabilità) di cui vi abbiamo detto qui, c’è una macchina regionale che non si presenta all’altezza del compito.

I dati venuti fuori stamattina dal Comitato di Sorveglianza del Po-Fesr, come potete leggere qui, la dicono lunga sulla gestione delle somme stanziate dall’Ue che, in teoria, dovrebbero aiutare la Sicilia ad ucire dal baratro, e che invece restano al palo.

Un  sintomo di questa patologia è la distorsione nell’impiego dei fondi dai loro scopi originari. Anche questa purtroppo, non è materia nuova. Basti ricordare la fine che hanno fatto i soldi del vecchio Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate) pensati per gli investimenti nel Sud Italia e, alla fine, usati dai Governi romani, per tamponare le emergenze nazionali, come ampiamente dimostrato dalla Svimez.

La storia si ripete. Stavolta riguarda il Fondo sociale europeo. Che, in teoria, dovrebbe essere destinato a politiche attive del lavoro, e che invece, in parte, sarà  utilizzato per sopperire alle carenze del Governo nazionale in materia di ammortizzatori sociali.

La novità è venuta fuori oggi, al termine di un incontro tra i sindacati e il capo di gabinetto della presidenza della Regione, Gianni Silvia. Il quale ha fatto sapere che 240 milioni del Fse andranno, se arriverà l’ok,  a finanziare gli ammortizzatori in deroga.

Notizia che lascia perplessi i sindacati. Che da un lato chiedono al Governo di essere coinvolti nelle decisioni relative alla ripartizione, dall’altro non mancano di ricordare al Presidente della Regione Rosario Crocetta, che, forse,  sarebbe il caso di battere i pugni sui tavoli romani per una revisione dei criteri sulle assegnazioni alle Regioni:

“La Sicilia per iniziativa del governo regionale deve puntare a una revisione dei criteri di assegnazione delle somme alle Regioni, non può ancora essere utilizzata la spesa storica che assegna maggiori somme al Nord quando ormai negli ultimi anni in Sicilia è esplosa la crisi in modo tragico”.  Ad affermarlo  è Giorgio Tessitore Segretario regionale Cisl Sicilia. Che aggiunge:

“Non è ancora giunto il momento di esultare, il fabbisogno in Sicilia per gli ammortizzatori ammonta a poco meno di 300 milioni di euro, al momento non conosciamo l’entità dello stanziamento che il Presidente Crocetta otterrà dal governo nazionale per il 2014 e dei residui Inps degli scorsi anni, sono punti fondamentali per comprendere come ripartire la quota dei 240 milioni di euro che si libereranno per effetto di una manovra sul Fondo sociale europeo, e per i quali abbiamo chiesto alla Regione di decidere l’assegnazione con un accordo con le parti sociali”.

“Le somme – aggiunge Tessitore- dovranno essere ripartite fra la cig in deroga ed altre forme di sostegno al reddito sulla base degli obiettivi del Piano azione e coesione  per le missioni, dunque, tipiche del Fondo sociale europeo, l’assegnazione ai vari capitoli lo abbiamo ribadito, deve avvenire in accordo con le parti sociali dato il particolare momento di crisi”.

Anche la Cgil dice la sua con la segretaria regionale, Monica Genovese: “Un ulteriore finanziamento si rende comunque indispensabile, visto che per gli ammortizzatori sociali in deroga sono state presentate istanze per 264 milioni ”.

I sindacati hanno ribadito, per il resto, la richiesta che “il punto di riferimento continui a essere l’accordo quadro del 2013, prorogato per tutto il 2014 in attesa del nuovo decreto interministeriale”.

“Abbiamo inoltre chiesto nuovamente- aggiunge Genovese- di allargare la platea dei beneficiari degli ammortizzatori sociali in deroga, includendo i lavoratori del trasporto e della sanità privati e delle partecipate”.

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