Ha scelto la maglia con il 23 anche perché è il numero portafortuna di un suo cugino. Il neo-acquisto rosanero Corentin Fiore, sfruttando magari il fluido positivo della parentela, spera che questo numero possa portare bene anche a lui. Dopo avere aspettato dietro le quinte in questa prima parte della stagione 2017/18 complice il mancato rinnovo del contratto con il suo club in scadenza a giugno, il ventiduenne difensore proveniente dallo Standard Liegi vuole respirare nuovamente aria di calcio giocato.
«Non sono sceso in campo in quest’ultimo periodo perché, in funzione di una partecipazione ai playoff che lo staff tecnico non riteneva importante, l’allenatore ha fatto scelte diverse e poi, a settembre, ho avuto un piccolo problema al tendine d’Achille. Ora, comunque, sto benissimo e spero di giocare al più presto. Mi sento pronto». L’italo-belga Fiore (il papà ha origini cosentine), vuole dare un contributo concreto alla causa rosanero: «Giocare in serie A è il mio sogno. Palermo è una tappa fondamentale della mia carriera e io voglio aiutare la squadra a centrare l’obiettivo promozione. Le prime impressioni sulla formazione di Tedino? Ho visto giocare il Palermo in tv e qui ho notato subito un ottimo ambiente. Si vede che c’è un bel gruppo e il primato in classifica in serie B ne è una conferma».
Il neo-acquisto, che capisce e mastica l’italiano anche se durante la conferenza odierna al Tenente Onorato ha parlato in francese, ha descritto le sue caratteristiche tecniche: «Credo di potere migliorare dal punto di vista della struttura muscolare. In ogni caso, sono un difensore bravo in scivolata e me la cavo anche con i palloni lunghi. Il mio ruolo? Posso agire come centrale di sinistra sia in una difesa a tre che a quattro, ma se il mister vorrà schierarmi come esterno non ci sarà alcun problema. Il mio punto di riferimento è Chiellini, sia il vecchio Chiellini terzino sinistro sia la versione moderna di centrale». E nel campionato italiano, in passato l’attuale jolly difensivo della Juventus ha incrociato più volte Gillet, ex portiere (tra le altre) di Bari, Bologna e Torino nonché compagno di squadra di Fiore allo Standard Liegi: «Ho parlato con Gillet e ho ascoltato i suoi consigli. Mi ha detto che l’Italia è un Paese bellissimo e l’ideale per fare carriera».
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