Fabio Consoli collabora con case editrici e quotidiani prestigiosi. Adesso una delle sue opere è esposta nello spazio FoyEr, nel capoluogo del Trentino Alto Adige. A MeridioNews racconta cosa lo ispira e perché «anche se vivi in Sicilia puoi farcela»
Fil Rouge, illustrazioni digitali sulla violenza di genere A Trento pure un catanese: «Donna contro un’onda»
È catanese, vive ad Acitrezza, ma le sue illustrazioni fanno spesso e volentieri il giro del mondo. E anche lui, quando può, non rinuncia a prendere un aereo e partire per esplorare il mondo, anche in bicicletta. Fabio Consoli è nel mondo dell’arte da sempre. Diplomato all’Istituto d’Arte a Catania, ha studiato illustrazione all’estero e oggi collabora con diversi quotidiani americani, come il Wall Street Journal, New York Times, Boston Globe, e per tante case editrici italiane – Mondadori, Feltrinelli, Einaudi – per cui realizza le copertine dei libri. Adesso una delle sue illustrazioni è esposta allo spazio FoyEr di Trento per la mostra Fil Rouge, progetto multimediale che affronta il tema della violenza di genere.
«I viaggi influenzano molto le mie illustrazioni – racconta a MeridioNews – che spesso prendono ispirazione dalle fotografie che scatto in giro per il mondo». New York, la Francia, la Norvegia sono solo alcuni dei posti dove Fabio si reca spesso e che sogna di visitare in camper. E proprio un furgone attrezzato presto potrebbe diventare il suo studio mobile. «Le mie illustrazioni spesso sono concettuali, nel senso che il mio lavoro consiste nel trasformare un concetto in un’immagine che deve catturare chi guarda senza dire troppo». E, nel caso della mostra Fil Rouge, come si traduce in arte la sofferenza fisica e psicologica di una donna?
«In questi casi entra in gioco l’aspetto personale, quello che tu vorresti dire riguardo un argomento. Che ognuno di noi indaga in modo personale. Io mi sono concentrato più sulla violenza psicologica, che spesso viene sottovalutata ma che è altrettanto dolorosa. E la mia illustrazione, che rappresenta una donna che fronteggia un’onda che sta per travolgerla e a cui lei reagisce resistendo, vuole essere un invito a non mollare, ad avere un atteggiamento di denuncia, a fare il possibile per uscire da questa situazione affrontandola». Come? «Denunciando, perché spesso non ci sono altre alternative».
È bello che gli artisti si spendano con la propria arte per mandare un messaggio. E noi, come società, cosa possiamo fare nel nostro piccolo? «Personalmente mi impegnerei ad ascoltare gli altri e cercare di capire se tra noi ci sono questo tipo di problemi, per poi provare ad aiutare le persone». Per questo Consoli consiglia, a chi può, di visitare la mostra con le opere di trenta illustratori di tutta Italia.
Oltre a lanciare un messaggio ai giovani siciliani. «Mi ritengo fortunato per il fatto di potere vivere in un posto che spesso non offre tante possibilità. Il mio lavoro lo faccio in parte da Acitrezza e quello che dico spesso ai miei studenti dell’Accademia Abadir, dove insegno, è che si può fare. Si può diventare illustratori, fotografi, artisti, anche grazie ai nuovi strumenti che ci permettono di essere connessi con il mondo. Non bisogna farsi scoraggiare dalle circostanze e da quello che si sente in giro. Non deve essere una scusa il fatto che in Sicilia c’è una difficoltà in più, perché sono convinto che le opportunità nascono proprio dalle difficoltà. E questo ci dà la forza per essere ancora più bravi e determinati».