Curare la fibromialgia è oggi possibile anche a Palermo dove da circa otto mesi è attivo all’ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli un centro di eccellenza – che opera in sinergia con il Policlinico Paolo Giaccone – e, dal mese di ottobre, anche uno sportello di ascolto curato dall’Aisf (Associazione italiana sindrome fibromialgica). L’ambulatorio si trova all’interno dell’Unità operativa di terapia del dolore e qui le pazienti – nel 90 per cento dei casi si tratta di donne – possono finalmente ottenere le cure per contrastare e attenuare gli effetti di una malattia fantasma. A causa dei molteplici sintomi, infatti, le pazienti affette da fibromialgia spesso non vengono credute e, nella migliore delle ipotesi, tacciate di ipocondria, nonostante si tratti di una patologia invalidante.
«Una visita di un paziente non dura meno di un’ora – racconta la responsabile dell’unità operativa di terapia del dolore del Buccheri La Ferla Monica Sapio -. Hanno bisogno di raccontare la loro storia, perché il più delle volte non vengono credute. Quando abbiamo aperto il centro siamo state assaltate, nel giro di pochi mesi ho visitato oltre 200 persone, cifre comunque risibili rispetto all’entità del fenomeno che si stima sia molto ampio e potrebbe riguardare dal 2 al 4 per cento della popolazione del Paese». Tra le terapie giudicate più efficaci, rientra sicuramente la cannabis terapeutica che ancora oggi, tuttavia, trova molte resistenze, soprattutto nel mondo scientifico. «In base alla mia ventennale esperienza con pazienti fibromialgici – prosegue – tra tutti i trattamenti, quello che dà i migliori risultati è la cannabis terapeutica. I farmaci canonici utilizzati sono gli antidepressivi e antiepilettici, analgesici centrali e miorilassanti. Nel 70 per cento dei casi, però, la cannabis dà buoni risultati, non crea assuefazione e l’unica precauzione è che il paziente cominci con piccolissime dosi procedendo per gradi».
Per legge la cannabis terapeutica può essere prescritta quando le altre terapie farmacologiche non hanno sortito effetto o hanno prodotto effetti collaterali. Ma «nella maggior parte dei casi, se non in tutti, i pazienti che si sono rivolti da noi sono arrivati già con una impegnativa storia farmacologica alle spalle – prosegue – e rapidamente ho suggerito la prescrizione della cannabis, uno dei rimedi migliori a mio avviso». La cannabis, infatti, induce al sonno – contrastando uno dei sintomi più marcati della malattia, l’insonnia prolungata che si accompagna all’astenia cronica – grazie a una terapia naturale che produce un riposo molto diverso da quello chimico. «Si tratta di un sonno ‘buono’ – spiega ancora – perché agisce sui muscoli e sul dolore attraverso una serie di ricettori che sono i cannabinoidi endogeni, normalmente utilizzati da sistemi di regolazione del dolore del nostro corpo. Influiscono anche sul tono muscolare producendo un maggior rilassamento dei muscoli».
Seguendo questa terapia non si guarisce, ma molto dipende anche dalle aspettative. «Molti vogliono tornare alla vita di prima ma con questa cura potranno riavere una qualità di vita normale». Per prenotare una visita è sufficiente contattare il call center del Buccheri La Ferla (tel. 091.479750 dal lunedì al giovedì 9.30-11,30 e 16-18 e il venerdì 9.30-11.30). «Durante la visita in ambulatorio le pazienti sono assistite anche da una psicologa e dopo una valutazione fisiatrica, possono essere inserite in una attività riabilitativa, ad esempio con il metodo Feldenkrais, una sorte di ginnastica dolce. E, tra non molto, partirà anche la tango-terapia che si è vista essere molto efficace nei pazienti parkinsoniani».
Da tempo, inoltre, esiste una stretta collaborazione con il Policlinico dove è stato attivato un ambulatorio reumatologico di fibromialgia e dove sono in corso studi per mettere a punto nuove terapie. «Al Policlinico – spiega – oltre all’ambulatorio di reumatologia dedicato alle pazienti fibromialgiche guidato dal professore Giovanni Triolo, sono in corso degli studi sperimentali per la terapia con elettrostimolazione transcranica nel reparto di neurologia del professore Filippo Brighina – trattamento che agisce sui sintomi – e la terapia in camera iperbarica, responsabile il professore Gardo che agisce, invece, sulle cause, migliorano l’irrorazione dei muscoli e riducendo così il senso di affaticamento e la percezione del dolore»
Al Buccheri La Ferla, infine, è presente anche uno sportello di assistenza e orientamento per i pazienti affetti da fibromialgia curato da Giusi Fabio, referente Aisf Sicilia. «Tutto è iniziato all’età di 35 anni – racconta Giusi che oggi di anni ne ha 43 anni – e per tanto tempo sono rimasta all’oscuro del mio malessere. Poi, solo nel 2015, al centro Sacco di Milano, sono stata visitata dal professore Piercarlo Sarzi Puttini presidente nazionale dell’Aisf, che mi ha diagnosticato la fribromialgia. Per tutti questi anni ho vissuto in uno stato di sofferenza, dolore e isolamento. Poi mi hanno spiegato che non ero pazza ma malata e che nonostante non ci sia una cura è possibile alleviare i sintomi. Dopo tanto tormento, ho deciso che anche le persone del mio territorio devono essere aiutate».
Da qui la scelta di creare un punto di ascolto dell’Aisf prima al poliambulatorio dell’Asp di Bagheria (aperto il giovedì 16-18) e recentemente al Buccheri La Ferla (giovedì 15-17). «Come associazione ogni mese organizziamo incontri informativi in ospedale. Nata nel 2005, l’Aisf si sta interessando al riconoscimento della sindrome fibromialgica e al momento stiamo collaborando anche con la Regione Sicilia per un progetto della durata di due anni che curi l’aspetto psicologico dei malati da dolore cronico. Dovrebbe partire a breve – aggiunge – aspettiamo solo i fondi».
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