Ferrandelli e la ‘scuola’ dei gesuiti

Ci vuole veramente una faccia tosta per dire certe cose davanti a dati di fatto – non chiacchiere: dati di fatto – che ci dicono che le primarie del 4 marzo scorso sono state un papocchio. Ci sono testimonianze sconvolgenti. C’è un’inchiesta della magistratura che ha già individuato reati e soggetti che li hanno commessi. Ci sono stati due sequestri. Eppure, come se nulla fosse Fabrizio Ferrandelli, il ‘vincitore’ delle ‘chiacchierate’ primarie di tre domeniche fa ci viene pure a raccontare che “Palermo è una città con tante emergenze sociali che vanno affrontate al più presto”: che “non possiamo più permetterci di perdere tempo su questioni che non riguardano direttamente la città”: che “per questo motivo chiedo con estrema urgenza un incontro con Federazione della Sinistra per iniziare una nuova fase, un percorso costruttivo per il bene di Palermo e dei palermitani”.

Forse Ferrandelli ha detto: ok, ragazzi, abbiamo scherzato, le primarie sono state un brutto incidente da dimenticare. Basta. Sediamoci al tavolino e, insieme, troviamo un altro candidato che possa essere votato da tutti i partiti del centrosinistra dellla città. La verità è che Fabrizio Ferrandellli non si è ancora reso conto di quello che, di lui e della sua candidatura, hanno fatto i vari Raffaele Lombardo, Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.

Caro signor Ferrandelli, lei era una speranza di Palermo. E tale rischia di rimanere se continua a tenere bordone a questi tre personaggi. Palermo, prima del gran casino scatenato da Lombardo, Cracolici e Lumia, aveva un centrodestra a pezzi con un ex sindaco – Diego Cammarata – da dimenticare. E un centrosinistra pieno di speranze. C’era un nome, una candidata – Rita Borsellino – che per la sua storia personale, per il suo cognome, per quello che rappresenta per Palermo avrebbe senza problemi messo tutti d’accordo.

Lei stesso sarebbe stato una risorsa. Anche candidandosi alle primarie. Da solo, però. Senza cattive compagnie. Il Pd avrebbe dovuto votare compatto per Rita Borsellino. E così gli altri partiti della sinistra. Compresa Antonella Monastra. Lei avrebbe fatto la sua figura. Mantenendo il clima di euforia e di unità, Rita Borsellino avrebbe vinto senza problemi le primarie e oggi – magari con Ferrandelli designato a vicesindaco – il centrosinistra avrebbe guardato con fiducia al ‘duello’ con Massimo Costa, che è un candidato forte.

Invece Lombardo, Cracolici e Lumia, pur di conservare il proprio potere – le miserie degli assessorati che gestiscono con i piedi, le miserie della formazione professionale (che serve a foraggiare politici, finti sindacalisti, preti, suore e quant’altro), l’acqua che lo stesso governo regionale di ‘centrosinistra’ fa gestire ai privati che affamano i Comuni e altre schifezze ancora – insomma per tutelare tutto questo e altro i tre hanno deciso, cinicamente, di ‘cassare’ Rita Borsellino.

Sono stati ‘gentili’ Lombardo, Cracolici e Lumia. Prima di organizzarle la trappola delle primarie le hanno chiesto: cara Rita, se ti comporti bene, se non ci crei fastidi alla Regione, noi ti facciamo pure sindaco di Palermo. L’importante è non toccare i nostri affari. Perché la nostra politica, oggi, è questa: affari, dalla gestione dell’acqua ai rifiuti, dalla formazione professionale all’energia, dalle autostrade al Piano di sviluppo rurale e via continuando. Inutile ricordare che Lombardo è inquisito per mafia. Perché, pur di raggiungere il potere, Cracolici e Lumia sono disposti a tutto. E lo stanno dimostrando.

E siccome Rita Borsellino si è rifiutata di vendere la propria storia – che è una storia importante – ai signori del potere, ecco che è stata ‘punita’. Con le primarie vinte da lei, signor Ferrandelli. Sì, da lei. Perché Lombardo, Cracolici e Lumia, per ‘azzoppare’ Rita Borsellino, hanno scelto lei. Giovane, di belle speranze, con tanti giovani dietro. Le hanno riempito la testa di promesse.

Sbaglieremmo, però, se dicessimo che lei c’è caduto. Lei ha fatto di più. Lei, benché giovane, non è stupido. Lei sa benissimo chi sono questi personaggi. Li ha ‘pesati’. Ma il ‘peso’ di questi tre soggetti non ha frenato la sua smisurata quanto ‘faustiana’  ambizione. Così, insieme, avete preparato la trappola a Rita Borsellino. Che – a nostro avviso – è stata consigliata male, perché mai e poi mai avrebbe dovuto accettare di partecipare alle primarie del 4 marzo scorso.

Eppure, nonostante la forza che avete messo in campo – o meglio: che Lombardo, Cracolici e Lumia hanno messo in campo con un governo regionale nelle mani – quasi quasi stava per non bastare. Così, nei gazebo, durante le operazioni di voto, succedevano cose strane. Stranissime. E non sono cose, signor Ferrandelli, che ci stiamo inventando noi: sono cose già all’attenzione della magistratura. Anche se lei fa finta di non capire. E questa, ci creda, è la parte meno bella di lei: la sua indifferenza ‘scafata’ verso certe cose.

Certo, poi sono arrivati i tre ‘garanti’ – le tre mogli di tre altrettanti ‘Cesari’ sui quali nessuno si deve permettere di sindacare alcunché: cosa che noi non facciamo, continuando a dire che i tre ‘garanti’ hanno sbagliato – sono a arrivati, dicevamo, i tre ‘saggi’, per spiegarci che sì, le primarie, in fondo (molto in fondo, aggiungiamo noi) sono regolari. Il tutto nonostante la dichiarazione del procuratore della Repubblica di Palermo che ha già individuato pure il tipo di reato commesso durante la celebrazione delle primarie.

Le primarie sono regolari, ci hanno detto i tre ‘garanti’. Poi è arrivato un altro sequestro di documenti di un altro seggio elettorale. E sono arrivate anche le precisazioni dei vertici dei partiti del centrosinistra. Perché, signor Ferrandelli, i tre ‘saggi’ esprimono un parere. Ma a decidere sono i partiti. E i partiti hanno detto a chiare lettere che lei, dopo quello che è avvenuto con le primarie del 4 marzo scorso, non può essere il candidato di tutto il centrosinistra.

Ma lei fa finta di non capire. Fa il gesuita, in una città dove i gesuiti ‘impegnati’ di danni ne hanno già prodotto tanti. Fa finta di non capire e convoca la “Federazione dei partiti della sinistra”: di quella sinistra che, di lei, non vuole nemmeno sentire parlare. Un messaggio ecumenico, il suo. Tranquillizzante. Ma sì, mettiamoci tutti insieme: Lombardo, Cracolici, Lumia, Rifondazione comunista, Sel, Verdi, i ‘cartelli’ della sinistra: tutti uniti con lei sindaco. Per fare che? Per fare a Palermo quello che Lombardo, Cracolici e Lumia fanno alla Regione. Un bel programmino, no?

E bisogna fare in fretta. Perché mancano circa cinquanta giorni al voto. Il centrodestra è unito e il centrosinistra va riunito. Dentro un bel contenitore. Dimenticando il contenuto. Che meraviglia!

Invece, caro signor Ferrandelli, non funziona così. Lei non può essere il candidato a sindaco di Palermo di tutto il centrosinistra. Se ne deve fare una ragione. E, se trova il tempo, lo spieghi pure ai suoi alleati alla Regione. Ai suoi amici delle ‘primarie’ del 4 marzo. Se avete a cuore le sorti di Palermo, dovete fare quattro passi indietro. Aiutando il centrosinistra a trovare un candidato unico in grado di mettere d’accordo tutti.

Giulio Ambrosetti

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