Le Saline di Priolo Gargallo si tingono di nuovo di rosa. È qui infatti che 130 coppie di fenicottero hanno scelto di portare a termine la loro stagione di nidificazione. Quasi il triplo rispetto al 2015, anno della prima nidificazione di fenicottero sull’Isola, in cui i nuovi nati erano stati 51.
«Benché il fenicottero sia presente in Sicilia in molti altri siti costieri, come Vendicari e le Saline di Trapani, fino allo scorso anno non aveva mai nidificato in Sicilia – spiega a Meridionews Fabio Cilea, il direttore della Riserva Lipu Saline di Priolo – e quella di quest’anno è stata la conferma che non era stato un caso ma si tratta di una scelta oculata degli animali».
La piccola area umida di Saline di Priolo Gargallo è uno dei cinque siti a livello nazionale dove il fenicottero nidifica, oltre Cagliari, le zone del delta del Po come le valli di Comacchio, alcune aree della Puglia e piccole zone della Toscana.
«Questa riserva posta nel cuore del polo petrolchimico, nonostante tutti i vari problemi ambientali, è un luogo che presenta caratteristiche ideali. Noi come Lipu – racconta Cilea – siamo riusciti a realizzare 14 isole artificiali al centro del pantano che sono luoghi sicuri dove gli animali non possono essere attaccati dai predatori né disturbati dai visitatori».
Un posto tranquillo e sicuro, con una giusta quantità di acqua e ottime caratteristiche chimico-fisiche, nonché una adeguata quantità di cibo. Sono queste le caratteristiche che fanno di Saline di Priolo il nido perfetto dei fenicotteri. «Tipico delle aree umide costiere del Siracusano – ha spiegato il direttore della Riserva – è che l’acqua, raccolta grazie alle piogge invernali, evapori prosciugando il pantano nel periodo estivo. Questo significherebbe la morte dei fenicotteri che non troverebbero più cibo e sarebbero facilmente avvicinabili dai predatori terrestri». È per questo che, per il secondo anno consecutivo, il primo cittadino di Priolo Gargallo, Antonello Rizza, è intervenuto con un’ordinanza sindacale che chiede alla centrale Enel Archimede di pompare all’interno del bacino acqua di mare presa dalla zona balneare di Marina di Priolo, certificata dal ministero della Salute e controllata dall’Arpa.
In questo lembo superstite di naturalità, in una fascia costiera pesantemente trasformata dagli interventi umani e industriali, «i fenicotteri, come le oltre 240 specie di uccelli censiti – precisa Cilea – vivono completamente liberi in tutte le fasi: scelgono il posto, decidono quando arrivare, quando deporre le uova che poi vengono covate per 28 giorni prima di schiudersi. Sono loro stessi, in totale indipendenza, ad allevare i pulcini. Una delle cose più belle dei fenicotteri – racconta – è che poche settimane dopo che sono nati i piccoli, gli adulti li portano in quella che viene definita nursery, che è un vero e proprio asilo nido in cui tutti i pulcini vengono tenuti insieme da pochi adulti che si alternano per gestirli durante l’arco della giornata mentre gli altri si allontanano, anche fino a 60 chilometri, per cercare cibo senza consumare tutto quello che si trova nel pantano».
Istituita dalla Regione siciliana nel 2000 e affidata in gestione alla Lipu, la riserva delle Saline di Priolo può ridare speranza a un territorio deturpato dall’inquinamento industriale. «L’idea che il fenicottero, uno degli animali più affascinanti ed eleganti delle zone umide mediterranee, abbia deciso di nidificare proprio lì dove tutto sembrava irrimediabilmente perduto – conclude il responsabile Lipu – ci ricorda che è possibile un recupero del territorio e ci dà fiducia nel rilanciare un progetto di riqualificazione».
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