Paolo Cugno, il 27enne di Canicattini Bagni accusato di avere ucciso Laura Petrolito, comparirà davanti al gup il prossimo 13 febbraio. «La neurocriminologia avrebbe chiarito perché reagisce con violenza a persone che urlano», dice il difensore Rizza
Femminicidio Petrolito, l’accusa chiede il rinvio a giudizio Avvocato: «Sul ragazzo serve nuova perizia psichiatrica»
La procura di Siracusa ha chiesto il rinvio a giudizio per Paolo Cugno, il 27enne di Canicattini Bagni (in provincia di Siracusa) che è accusato di avere ucciso a coltellate la compagna 20enne Laura Petrolito durante la notte dello scorso 17 marzo e di avere provato poi a occultarne il cadavere all’interno di un pozzo artesiano di contrada Tradituso, zona di campagna a nord del centro abitato.
L’udienza preliminare è fissata, davanti al gup Carla Frau, per il prossimo 13 febbraio. «Presenteremo una richiesta per il rito abbreviato condizionato – dichiara a MeridioNews l’avvocato Giambattista Rizza che difende Cugno – e chiederemo anche una consulenza collegiale per capire se il mio assistito fosse in grado di intendere e di volere nel momento in cui ha commesso il delitto». Durante lo scorso giugno, per l’incidente probatorio, il professor Antonino Petralia ha già eseguito una perizia psichiatrica sul 27enne dalla quale è emerso che Cugno è capace di intendere e di volere. «Questo ha smentito i nove medici che, in passato, hanno avuto in cura il mio assistito e che gli hanno diagnosticato una forma di schizofrenia», ribatte Rizza che ricorda anche che «nel 2014, il giovane ha anche subito un trattamento sanitario obbligatorio che lo ha poi tenuto ricoverato per due settimane, prima di essere indirizzato al servizio di igiene mentale».
Stando alla linea difensiva dell’avvocato, nella perizia non si sarebbe tenuto conto di un nuovo settore della psichiatria. «È la neurocriminologia (disciplina che studia le variabili biologiche e neurologiche relazionate con la violenza e la criminalità, ndr) che avrebbe chiarito, per esempio – spiega il legale – come il mio assistito reagisce con violenza di fronte a persone che urlano, tanto che ci sono due episodi pregressi: un coltello puntato contro la madre e anche l’aggressione con una motosega ai danni di un amico». Oltre a questo aspetto, «non è stato approfondito nemmeno l‘incidente stradale avuto qualche anno fa da Cugno che ha sbattuto la testa dopo avere impattato contro un’auto mentre era alla guida della sua moto».
Il 27enne adesso si trova nel carcere di Cavadonna dove è sorvegliato a vista. «Per la sua incolumità – dice l’avvocato – e perché si tema che possa fare un gesto autolesionistico. Qualche volta è assente e soffre anche di un profondo distacco dalla realtà». Nella primavera dello scorso anno, i sospetti si sono subito concentrati su Paolo Cugno. Dopo un lungo interrogatorio, arrivò la confessione senza pentimento. Ad attenderlo fuori dalla caserma di via Vittorio Emanuele, una folla inferocita. «Il delitto è avvenuto nell’ambito di un rapporto travagliato – aveva spiegato il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano – contrassegnato da tempo da litigi e da un tasso di gelosia elevato. Potremmo parlare di un caso di violenza progressiva, di una progressione della violenza».