Messina si è stretta attorno alla famiglia di Alessandra Musarra nel giorno dei funerali della 29enne strangolata nella sua abitazione di Santa Lucia sopra Contesse. E lo ha fatto in silenzio. Un silenzio rotto solo dal pianto straziato della madre di Alessandra che, quando la bara è stata deposta ai piedi dell’altare maggiore del Duomo, si è accasciata abbracciando il feretro. A confortare la madre e porgerle le condoglianze anche la prefetta Maria Carmela Librizzi. «Non ci sono giustificazioni», ha detto alla donna,
Sopra la bara un cuscino di fiori bianchi, orchidee e mimose, quel fiore che Alessandra aveva raccolto per la giornata della donna, che è rimasto dentro la busta della spesa fuori casa. Nella sua omelia monsignor Giuseppe La Speme, rettore della cattedrale di Messina ha sottolineato come «questo silenzio che si percepisce nonostante la numerosa presenza in Chiesa è un silenzio che dice tanto, soprattutto l’incapacità di dare delle risposte ai mille perché che sorgono dinnanzi a circostanze simili. Non ci sono parole che possano confortare, non ci sono risposte, non si può soddisfare il nostro desiderio di conoscere, capire e sapere».
Accanto ai fiori i parenti hanno posizionato un portafotografie con l’immagine di Alessandra e una dedica che è stata letta al termine del rito funebre: «Chi vive nel nostro cuore non morirà mai». Quando la bara ha lasciato il Duomo, in cielo si sono sollevati decine di palloncini rosa. A lasciarli andare liberi, la famiglia e gli amici che indossavano magliette con la foto di Alessandra.
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