La concessione delle attenuanti generiche lasciando ai giudici la valutazione del quantum. È la richiesta avanzata dalla procura generale alla Corte d’Assise d’appello di Messina a conclusione della requisitoria del processo ad Antonio De Pace. L’infermiere calabrese 32enne è accusato di avere ucciso la compagna convivente di 27 anni Lorena Quaranta in una villetta a Furci Siculo (nel Messinese) il 31 marzo del 2020. In primo grado, l’imputato è già stato condannato all’ergastolo. La scelta della procura, adesso, non è condivisa dalla famiglia della vittima: «Le motivazioni della sentenza della Corte d’assise sono ineccepibili – osserva il loro legale, l’avvocato Giuseppe Barba – Per noi non c’è spazio per non confermare l’ergastolo».
Durante il processo di primo grado, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna al massimo della pena per l’uomo originario di Vibo Valentia (in Calabria). Una perizia psichiatrica aveva concluso per la sua capacità di potere restare in giudizio. Proprio sulla condizione psichica dell’infermiere si era battuta la difesa. Dopo avere strangolato la sua convivente, studentessa della facoltà di Medicina, De Pace – anche lui studente in Odontoiatria nella stessa Università – aveva cercato di togliersi la vita senza riuscirci e poi aveva chiamato i carabinieri. «L’ho uccisa perché mi aveva trasmesso il coronavirus», aveva raccontato al magistrato nel corso del suo primo interrogatorio. Dai successivi tamponi, però, era emerso che entrambi erano negativi al Covid-19.
Secondo quanto è stato ricostruito, dopo avere tramortito e strangolato la compagna intorno alle 4 del mattino, all’interno dell’appartamento in via delle Mimose in cui vivevano insieme da sei mesi, De Pace aveva chiamato il 112 per confessare. In realtà, l’accusa ha anche ipotizzato che si sia trattato di un delitto pianificato. In alcune chat con i familiari, infatti, l’imputato avrebbe manifestato l’intenzione di trasferire ai nipoti i risparmi depositati sul proprio conto corrente. L’uomo non ha mai ammesso di avere ucciso Lorena Quaranta che, a ottobre del 2020 era stata comunque proclamata dottoressa in Medicina e Chirurgia dall’ateneo con la votazione di 110 e lode. La prossima udienza del processo è già stata fissata per il 28 giugno con le conclusioni delle parti civili e, a seguire, l’arringa della difesa.
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