«Ho ucciso mia moglie, venite a prendermi». Così Moncef Naili, 54 anni, ha confessato al telefono alla polizia l’ennesimo caso di femminicidio. La moglie, Elvira Bruno di 53 anni, avrebbe anche tentato di reagire, come dimostrano i graffi sul viso dell’assassino. L’omicidio, che ha destato una forte eco a livello nazionale, è avvenuto questa mattina nell’abitazione della coppia, in via Antonino Pecoraro Lombardo. La testimonianza dell’uxoricida è stata raccolta nel pomeriggio dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e dal pm Federica La Chioma.
La donna aveva avviato le pratiche per la separazione. I due coniugi si erano sposati nel 2016 in seconde nozze, ma dopo poco tempo il matrimonio sarebbe entrato in crisi. Nell’ultimo mese più volte la donna, che aveva iniziato a lavorare come badante, aveva espresso l’intenzione di abbandonare il marito, che da qualche mese lavorava in modo saltuario in un pub in via Galileo Galilei, a causa delle sue scenate di gelosia.
Quando la donna è caduta a terra l’uomo ha cercato inutilmente di rianimarla, poi ha nascosto il viso con una coperta e solo dopo un paio d’ore ha chiamato il 113. Gli agenti hanno trovato il cadavere in camera da letto. I sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare la morte. Gli investigatori della squadra mobile, che conducono le indagini, hanno interrogato anche i parenti di Elvira Bruno, che aveva due figlie frutto di un precedente matrimonio. Una delle due, che si è presentata questa mattina sul luogo del delitto, è stata interrogata dagli investigatori insieme all’ex marito della vittima; la seconda figlia abita a Milano. Moncef Naili è adesso in stato di fermo per omicidio volontario aggravato da motivi abbietti.
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