Farmacia, in otto a processo I parenti delle vittime: «Ora verità»

Sono otto gli imputati  per disastro ambientale e gestione di discarica non autorizzata che dovranno presentarsi in tribunale per il processo Farmacia. E’ l’ordinanza emessa dal giudice Alessandro Ricciardolo che, dopo una lunga udienza in Camera di consiglio, ha disposto il rinvio a giudizio per Antonino Domina, ex direttore amministrativo dell’Università, Lucio Mannino, dirigente dell’ufficio tecnico, Giuseppe Ronsisvalle, preside della facoltà, e i cinque componenti della commissione di sicurezza: Fulvio La PergolaGiovanni PuglisiFrancesco Paolo BoninaMarcello Bellia Franco Vittorio (direttore del dipartimento di Scienze farmaceutiche e all’epoca dei fatti capo della commissione). Prosciolti, invece, Domenico Di FrancaLidia AlfieriValeria Graffeo e Giuseppe Virzì, membri della commissione di aggiudicazione della gara d’appalto per i lavori di rifacimento degli impianti di scarico dell’edificio 12 della Cittadella universitaria di Catania, accusati di turbativa d’asta e falso ideologico.

Tra gli imputati c’era anche l’ex rettore e parlamentare nazionale del Mpa Ferdinando Latteri, deceduto lo scorso 14 luglioSedici in tutto le costituzioni di parte civile a cominciare dai familiari delle persone decedute e di quelle malate a cui si aggiugono anche l’associazione sindacale Cgil, Cittadinananzattiva e il Codacons. Nessuna richiesta è arrivata invece dall’Università che in questo procedimento risulta – per adesso – parte offesa. Nessuna decisione è stata ancora presa dai vertici dell’Ateneo in merito a una eventuale sospensione dall’incarico per i dipendenti rinviati a giudizio.

In aula hanno preso la parola l’avvocato Vincenzo Mellia e Fabio Palazzo, difensori di Antonino Domina. E l’avvocato Enzo Trantino che rappresenta Fulvio La Pergola: gli unici tra i difensori che, appellandosi ad alcune sentenze della Corte di cassazione, hanno chiesto (fuori termine) il rito abbreviato per i loro assistiti. Richiesta poi rigettata dal giudice che, dopo aver ascoltato le loro difese e la replica del pubblico ministero Lucio Setola, si è ritirato in Camera di consiglio per decidere.

Fuori dall’aula le prime parole sono quelle dei familiari. «Siamo felici della decisione del giudice anche se seguire il processo per noi sarà certamente difficile e doloroso». A parlare è Maria Lopes, mamma di Agata Anninoex dottoranda di Farmacia morta 6 anni fa per un tumore celebrale. «Ora dobbiamo andare avanti. Vogliamo sapere come sono andate veramente le cose e se nostra figlia si è ammalata lavorando in quei laboratori», continua.

«Siamo molto soddisfatti della decisione del giudice e pronti per andare al processo» commenta l’avvocato Floriana Pisani del Codacons, una delle parti civili. Soddisfatto anche l’avvocato Santi Terranova, assente in aula. «Non avevo dubbi che la decisione sarebbe stata questa», ci dice al telefono il legale, rappresentante delle famiglie di alcune presunte vittime tra cui quella di Emanule Patanèdottorando morto a 29 anni per un tumore al polmone. «Adesso mi auguro che nel processo si possa fare finalmente chiarezza su questa vicenda, soprattutto alla luce del secondo procedimento, quello per omicidio colposo». Procedimento questo che al momento sembra essersi arenato. Dopo la richiesta di incidente probatorio, avanzata dal pubblico ministero per accertare la correlazione tra l’assimilazione di metalli pesanti presenti nell’aria e lo sviluppo di certe tipologie tumorali, si attende ancora che il giudice disponga una data.

Per gli otto imputati, invece, l’appuntamento è già stato fissato. La prima udienza del processo per disastro ambientale e gestione di discarica non autorizzata sarà il 24 gennaio.

Federica Motta

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