Ex Provincia, meno 65 milioni con il prelievo forzoso «Ci occupiamo di scuole e strade ma ente al collasso»

«Cosa è cambiato con il passaggio da Provincia a Città Metropolitana? Le intestazioni alle porte degli uffici». Questa è la battuta di un funzionario di Palazzo Comitini che, insieme a qualche decina di colleghi, è sceso in piazza, davanti alla Prefettura, per protestare contro il prelievo forzoso che lo Stato ha imposto, con legge Delrio, alle Province, alle Città Metropolitane e ai Consorzi di Comuni. Prelievo forzoso che negli anni è aumentato esponenzialmente, circa un miliardo nel 2014, due nel 2015 e tre nel 2016. Tutto ciò, lamentano i sindacati, non ha fatto altro che indebolire la già poco florida situazione degli enti sovra-comunali. 

All’ex Provincia di Palermo, in particolare, le spese correnti ammontano a 95 milioni di euro. Il prelievo forzoso da parte dello Stato, invece, è quantificabile in 65 milioni di euro. Ma non si tratta soltanto di una questione di soldi: la riduzione degli organici a Palazzo Comitini ha comportato un calo dei dipendenti, dal 2015 al 2017, che da 1300 unità sono passati a 800. La spesa per il personale è di 34 milioni di euro. A tutto ciò si vanno ad aggiungere sanzioni per 25 milioni di euro.

«Gli enti sovra-comunali, che siano Province, Città metropolitane o consorzi di Comuni, sono al collasso – dice Saverio Cipriano, della Funzione Pubblica Cgil e Rsu all’ex Provincie di Palermo – Noi offriamo servizi ai cittadini, ci occupiamo di scuole, strade e altro, si dovrebbe tenere conto di questo. L’accavallamento di leggi nazionali, come la Delrio, e di regionali – continua il sindacalista – ha creato una gran confusione. Da parte nostra chiediamo l’abolizione del prelievo forzoso».

Le sigle sindacali dei lavoratori pubblici di Cgil, Cisl e Uil hanno predisposto un documento che è stato consegnato al Prefetto per sottolineare come, appunto, la confusione legislativa venutasi a creare, con l’accavallamento di normative nazionali e regionali, stia determinando una gravissima situazione economica per il mancato trasferimento delle risorse, in particolare dalla Regione.


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