Nella riunione di questo pomeriggio, il Consiglio dei ministri ha deciso di rivolgersi alla Consulta per esaminare l'ultima versione della legge sugli enti di area vasta. Decisione che era già nell'aria e da mesi aveva fatto discutere, sull'opportunità di reintrodurre i compensi per i consiglieri provinciali
Ex Province, governo nazionale impugna legge dell’Ars Dubbi su incostituzionalità di elezione diretta e gettoni
C’è chi l’aveva salutate come un ritorno alla democrazia, chi aveva immaginato una ripartenza dell’attività nelle Province e chi, invece, vi aveva visto soltanto un piano b per i deputati che non riusciranno a riconfermare il seggio all’Ars. Fatto sta che le elezioni dirette negli enti d’area vasta – riproposte ad agosto con una legge che ha suscitato più di una polemica e messo la pietra tombale su una delle riforme annunciate da Rosario Crocetta – potrebbero non svolgersi più. O quantomeno essere vanificate da un intervento della Corte costituzionale.
A volere il pronunciamento della Consulta è stato il Consiglio dei ministri, che nella riunione di oggi ha impugnato la norma votata dai deputati di Sala d’Ercole poco prima delle ferie estive. La decisione era già nell’aria da tempo, se si considera che la Sicilia sarebbe stata l’unica regione a ridare la possibilità agli elettori di votare i propri candidati alle Province, prevedendo anche la reintroduzione dei gettoni di presenza.
All’impugnativa dello Stato si è arrivati dopo una serie di fatti paradossali che hanno caratterizzato la storia delle ex Province dall’indomani dell’elezione di Crocetta. Negli ultimi tre mesi, infatti, si è assistito prima all’indizione da parte dei sindaci delle Città metropolitane della consultazione per l’elezione dell’assemblea provinciale – azione di fatto contraria a quanto previsto dall’ultima norma – e poche settimane dopo al commissariamento degli stessi enti da parte di Crocetta. Con il governatore che ha chiaramente fatto presente come la revoca di Leoluca Orlando, Renato Accorinti ed Enzo Bianco fossero necessarie anche nella prospettiva di una impugnativa del governo nazionale, poiché in ballo ci sarebbe stata comunque la responsabilità sulla nullità degli atti approvati dalle ex Province.
Tra i primi a commentare la notizia dell’impugnativa, proprio Orlando. «L’impugnativa conferma in modo definitivo che in questi anni abbiamo assistito a una produzione legislativa regionale che ha creato un vero e proprio caos normativo, provocando gravissimi disservizi ai cittadini e mortificando il ruolo fondamentale degli enti locali a diversi livelli – dichiara il sindaco di Palermo -. Una legislazione, al limite degli abusi, che ha mortificato gli stessi principi dell’autonomia regionale». Parole dure anche dal presidente uscente dell’Ars Giovanni Ardizzone. «Quello messo in piedi era un evidente obbrobrio giuridico che avrebbe definitivamente pregiudicato gli interessi della collettività piegandoli alla semplice governance» si legge in una nota.