Il vulcano attivo più alto d'Europa è stato al centro di un evento per presentare al pubblico la prima applicazione per dispostivi Apple dedicata, ideata dal giornalista Turi Caggegi «per sapere tutto sul vulcano più bello del mondo», e il volume Figlia della grande madre, «metafora della Terra che cerco sempre di ascoltare» spiega l'autrice, l'ex soprintendente ai beni culturali Vera Greco
Etna, protagonista a palazzo della Cultura Nella prima app dedicata e in un libro
Una serata dedicata all’Etna, ieri pomeriggio, a palazzo della Cultura a Catania. E’ il vulcano attivo più alto d’Europa ad avere fatto da fil rouge alla presentazione del libro Figlia della grande madre, scritto dall’ex soprintendente ai beni culturali della città etnea Vera Greco, e alla nuova applicazione per smartphone ideata dal giornalista e fotografo, nonché appassionato del vulcano, Turi Caggegi. Il nome della nuova app, la prima dedicata, è iEtna e nasce «per cercare di tenere costantemente aggiornati i tanti appassionati che sentono il richiamo della muntagna», spiega lo stesso Caggegi.
«Ci siamo presi la briga di dare il giusto riconoscimento e la giusta promozione all’Etna gratuitamente, mettendo in relazione gente da tutto il mondo», continua. Tramite l’applicazione – al momento disponibile soltanto per dispositivi Apple, «ma tra poche settimane anche per Android», promette il giornalista – è possibile avere informazioni su tremori e parossismi, ma anche visualizzare foto e video. Per chi non disponesse di uno smartphone, comunque, sono a disposizione il sito internet e la pagina facebook. Si può anche scegliere di andare a vedere alcune delle foto di Turi Caggegi in mostra a palazzo della Cultura fino al sette febbraio.
E insieme alla prima applicazione sull’Etna, ieri pomeriggio, è stato presentato anche il volume Figlia della grande madre scritto da Vera Greco per la collana Una passione pensata e voluta dal curatore editoriale Sergio Reyes, edizioni Liguori. Una collana di libri che mette insieme personaggi dal carattere e dalla posizione lavorativa eterogenei, «ognuno dei quali racconta di sé e della propria esperienza – spiega Reyes – Perché ritengo che sia doveroso nei confronti di tutti ma soprattutto delle nuove generazioni trasmettere la sapienza dei mestieri che testimoniano abilità e insieme senso etico e passione».
Quello scritto dall’ex soprintendente ai Beni culturali etnea è un piccolo libro in formato tascabile, racconto della vita da catanese in un intreccio tra mondo privato e lavorativo in cui la natura, il paesaggio, «la grande madre metafora della Terra che cerco sempre di ascoltare», spiega l’autrice, non scompaiono mai. Insieme a questi, anche le considerazioni in merito al trattamento riservato alla Natura da tanti che sporcano, inquinano e danneggiano. Autorizzati e non. «Se tutti facessimo un po’ più di attenzione al rispetto della Natura, nel nostro lavoro in ufficio e in quello di genitori, cercando di non smettere di ascoltare la nostra grande Etna, tutto potrebbe andare molto meglio», conclude.