Eternit e lavori abusivi in un lido nell’Oasi del Simeto «Area abbandonata a chi la usa come discarica»

Il corpo forestale ha sequestrato il lido The king vacans, a Vaccarizzo; uno stabilimento balneare storico, costruito molti anni fa, ma i cui proprietari hanno avviato una grande opera di ingrandimento. Oltre 15mila metri quadrati in piena Oasi del Simeto, a cavallo tra le zone A e B, quelle in cui sono stringenti i vincoli per preservare le ultime dune mediterranee. E alle spalle della struttura si trovava anche una discreta quantità di eternit abbandonato tra gli alberi, oltre ad alcuni pozzi nei quali sarebbero stati sversati reflui.

«La struttura originaria è molto antica», racconta Renato De Pietro, presidente di Legambiente Catania. «Siamo nella zona di confine tra l’area B, dove ricade lo stabilimento, e la zona A. Qui un tempo le dune erano molto estese, adesso sono ridotte». Ai vincoli dell’Oasi, si sommano quelli del sito di interesse comunitario Foce e lago Gorgalunga, oltre alla vicina zona di protezione speciale Biviere di Lentini. Le dune del Mediterraneo sono «formazioni sabbiose colonizzate dalla vegetazione tipica». Un particolare ecosistema che resiste in pochi punti della Sicilia, tra i quali l’isola delle Correnti, nel Siracusano. 

Assieme ai lavori, condotti senza disporre delle necessarie autorizzazioni, nel boschetto che circonda il lido gli uomini del corpo forestale hanno trovato una microdiscarica con delle lastre di eternit e dei pozzi, che sfociano a mare, nel quale sarebbero stati gettati reflui. Diversi, dunque i reati contestati: costruzione abusiva, smaltimento di rifiuti e scarichi fognari.

«Siamo in una una riserva – sottolinea De Pietro – è possibile che gli enti competenti non si occupino della zona? C’è qualcosa che nel sistema di controllo non funziona». A dover vigilare sono diversi istituzioni. «La Provincia, con il suo nucleo di sorveglianza, il corpo dei vigili urbani del Comune di Catania, la Capitaneria di porto e il corpo forestale». L’ultimo corpo, però, non ha un distaccamento specifico che si occupi dell’Oasi, «penso siano sotto le dieci unità». 

Un’area che «potrebbe essere un’attrattiva viene abbandonata a se stessa e a persone che utilizzano la zona come discarica di eternit. I nostri amministratori dovrebbero vigilare», prosegue il presidente di Legambiente. Le istituzioni «dovrebbero costituirsi parte civile. Sarebbe il minimo per salvare almeno la faccia. E il lido dovrebbe essere smantellato a spese dei proprietari, non della collettività. Questo tipo di abusi non può passare né inosservato né essere trattato come qualcosa di poco conto. Quando si mette a rischio l’ambiente e la salute del cittadino, deve esserci un intervento deciso». 


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Un allargamento che ha portato uno stabilimento balneare a una superficie di oltre 15mila metri quadrati. La struttura è stata sequestrata dagli uomini del corpo forestale, che hanno trovato anche una microdiscarica con rifiuti pericolosi. Il tutto in una zona sottoposta a vincoli. «È possibile che gli enti non se ne occupino?», si chiede Renato De Pietro di Legambiente 

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