Alfonso Buscemi si dice ottimista. A suo dire la Regione siciliana - con riferimento all'assessorato alla Salute - non dovrebbe insistere sui tagli dei dirigenti medici. Secondo l'esponente della Funzione pubblica Cgil, tutto si dovrebbe sistemare, ricorrendo a qualche prepensionamento
Esuberi nella sanità pubblica della provincia di Agrigento Lunedì incontro tra i vertici della Asp e i sindacalisti
Ricollocazione dei dirigenti medici ad Agrigento e provincia: se ne parlerà lunedì 1 Dicembre in un incontro tra i vertici dell’Asp agrigentina e le organizzazioni sindacali.
La convocazione – si legge in un comunicato della Funzione pubblica Cgil di Agrigento – arriva a seguito dell’incontro tra i vertici della Asp e l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino.
«Da subito – prosegue la nota dell’organizzazione sindacale firmata dal segretario generale, Alfonso Buscemi – abbiamo voluto evidenziare al direttore generale dell’Asp 1 e all’assessore regionale alla Salute, che il calcolo per determinare la dotazione organica del territorio operato dagli uffici era viziato, in quanto non separava le due specificità mediche e veterinarie. Questo determinava un numero di esuberi elevato (circa 91 unità), ma, soprattutto, non si considerava la totale assenza di una dotazione organica dei sette distretti sanitari della nostra provincia».
«Questi elementi, qualora presi in esame – aggiunge Buscemi – farebbero ridurre drasticamente il numero degli esuberi, consentendo anche l’utilizzo di questi dirigenti medici sul territorio, continuando così a garantire importanti servizi senza creare vuoti. Elementi che, dalle prime indiscrezioni, sembrano trovare il consenso a Palermo, e quindi ci fanno ben sperare in quanto sarebbe dimezzato il numero degli esuberi e buona parte di questi potrebbe essere riassorbito dai pensionamenti del prossimo biennio».
«Siamo fiduciosi – conclude il sindacalista della Cgil – che nell’incontro urgente voluto dal direttore generale dell’Asp dopo il confronto con l’assessore Borsellino, riusciremo a trovare la migliore soluzione per continuare a garantire qualità nei servizi assistenziali della sanità pubblica agrigentina».