«Curati la salute e non scordarti mai degli amici buoni. Perché altrimenti è cosa da appendere nei croccia», ovvero i ganci ai quali i macellai appendono gli animali macellati. Questo perché le minacce e le richieste estorsive a un imprenditore 44enne sono arrivate da Orazio Giuseppe Santonocito, di professione macellaio. Esponente della famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano, con competenze su San Pietro Clarenza, Camporotondo e Belpasso, Santonocito è già condannato per associazione mafiosa, sequestro di persona e omicidio. In questa occasione, ha agito insieme a Daniele Notarrigo e Alfio Caruso. Tutti e tre sono stati arrestati per le continue richieste estorsive nei confronti di un imprenditore con il quale Santonocito, per un periodo di pochi mesi nel 2017, ha gestito la società di calcio della città di Acireale in qualità di presidente onorario.
Nonostante la presenza della vittima all’interno dell’asset societario calcistico fosse durata solo pochi mesi, Notarrigo avrebbe presentato all’ex socio una cartella esattoriale di 80mila euro, pretendendo che ne pagasse la metà. Una «ingiunzione di pagamento» che l’imprenditore avrebbe ritenuto ingiusta e, per questo, si sarebbe rifiutato di pagare. A quel punto, le richieste di denaro sarebbero diventate sempre più pressanti. In particolare, Santonocito avrebbe intimato più volte alla vittima di raggiungerlo nella sua macelleria a San Pietro Clarenza, imponendogli di saldare il debito con rate da 800 euro ciascuna. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno registrato le conversazioni avvenute sia dal vivo durante gli incontri che al telefono. Occasioni durante le quali Santonocito avrebbe consigliato all’imprenditore «di curarsi la salute» e di «non scordarsi mai degli amici buoni» perché, altrimenti, sarebbe «stato cosa da appendere nei croccia», cioè i ganci ai quali i macellai appendono gli animali macellati.
Il giorno stabilito per la consegna del denaro, i carabinieri sono intervenuti nella macelleria di Santonocito, dove l’imprenditore ha consegnato la busta con i soldi a Caruso. Quest’ultimo, insieme a Notarrigo, ha poi recapitato il denaro a Santonocito che era rimasto per tutto il tempo dentro l’esercizio commerciale. I tre sono stati arrestati per estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso. Dopo essere stati portati in caserma, su disposizione dell’autorità giudiziaria, sono finiti nella casa circondariale di Bicocca a Catania dove sono rimasti dopo la convalida da parte del giudice per le indagini preliminari. Il denaro recuperato nelle tasche di Santonocito è stato restituito all’imprenditore.
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