Esonero De Zerbi, Palermo volta pagina Corini: «Sfida ardua ma sono fiducioso»

Zamparini stupisce ancora una volta. L’esonero di De Zerbi maturato dopo l’eliminazione dei rosanero dalla Coppa Italia non sorprende per la sostanza (il tecnico bresciano era appesa ad un filo sottilissimo) ma per la forma. Anzi, per la tempistica. Perché aspettare la gara infrasettimanale contro lo Spezia per mandare via un allenatore già delegittimato? La «miccia» che ha acceso il presidente non è stata la delusione o l’amarezza per le sette sconfitte consecutive in campionato, situazione già metabolizzata, ma la rabbia per le scelte effettuate dal tecnico nella gara contro i liguri. Il patron non ha «digerito» l’undici schierato da De Zerbi, una formazione sperimentale e imbottita di seconde linee. Zamparini avrebbe voluto in campo i titolari, De Zerbi ha preso un’altra direzione dando priorità al match di campionato in programma domenica sera contro la Fiorentina. E’ stato questo il casus belli: l’ex allenatore del Foggia, pressato dal patron con un sms alla vigilia della partita, ha ignorato gli input provenienti dai piani superiori e ha preparato il terreno per il suo esonero. E il fatto che Zamparini abbia definito «penoso» lo spettacolo offerto dai rosa e dal tecnico lascia pensare che De Zerbi sarebbe stato esonerato anche in caso di qualificazione agli ottavi di finale.

La verità è che non c’erano più i presupposti per proseguire insieme. De Zerbi aveva esaurito i bonus di fiducia concessi dalla società e con il passare dei giorni il rapporto stava perdendo solidità e consistenza. La gara di Tim Cup, dunque, chiude malinconicamente l’era De Zerbi. Per il trentasettenne tecnico lombardo, alla prima esperienza in serie A, è stata un’avventura deludente. Numeri alla mano (sette sconfitte consecutive, penultimo posto in classifica ed eliminazione dalla Tim Cup) l’ex Foggia si è «bruciato» non riuscendo a trasmettere ai giocatori la sua filosofia calcistica. De Zerbi aveva delle idee ma, senza i mezzi per applicarle, era difficile andare avanti. Il tecnico, penalizzato anche da un’infermeria sempre piena, ha provato a lasciare un’impronta ma ha deciso di seguire con rigidità la propria strada infilandosi in un tunnel da cui non è più uscito.

A Corini il compito di trovare la via di uscita da questo tunnel. L’ex capitano rosanero arriva a Palermo con entusiasmo e proverà a trascinare il gruppo con le sue motivazioni: «Sono felice ed emozionato – ha ammesso il neo-tecnico rosanero all’aeroporto Falcone-Borsellino appena arrivato in città con un volo proveniente da Roma – sono consapevole che il compito è arduo ma sono convinto che, anche con il supporto del pubblico, riusciremo con volontà, forza e compattezza a raggiungere il nostro obiettivo». E’ chiaro, però, che Corini non ha la bacchetta magica e che non potrà fare miracoli con un organico qualitativamente modesto. Anche se la strada è in salita, però, ci sono i margini per potere svolgere un buon lavoro. Eugenio, che questo pomeriggio dirigerà il primo allenamento, darà nuova linfa allo spogliatoio e, portando avanti il proprio credo calcistico con umiltà, potrà invertire il trend negativo e togliersi delle soddisfazioni.


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