Ero piccolo, il corto da San Gregorio ai tour all’estero L’etneo Jo-M: «Racconto disattenzione da tecnologia»

Chi fa da sé fa per tre. E anche di più. Regista, tecnico di luci, del suono e di
fotografia: il catanese Giovanni Mazzarà – in arte Jo-M. – realizza un cortometraggio
senza team di produzione e lo presenta ai festival italiani e internazionali più
importanti, tra cui Giffoni Film Festival e David di Donatello. In gara con Ero
Piccolo
 – girato interamente a San Gregorio di Catania – racconta a MeridioNews il
suo messaggio e la sua gavetta.
Classe 1987, il suo nome non nasconde nessun particolare mistero. 

Giovanni Mazzarà, classe 1987

«Si tratta
semplicemente delle mie iniziali – spiega Mazzarà – per un nome che ho mantenuto dopo averlo
utilizzato molto tempo fa per la pubblicazione della mia prima canzone. Ho scelto di
rimanere fedele e riconoscibile al mio pubblico di nicchia».
Selezionato nel 2004 da Mtv per il progetto sperimentale Mtv new generation – un
campus con un percorso di due anni garantito a giovani artisti promettenti – fu lì che
il giovane catanese tastò per la prima volta il suo talento. «Ci insegnarono tante
cose sulla produzione. È colpa di quel progetto se ho continuato».
Oggi Jo-M. dirige, riprende, suona e compone. Come testimonia anche il suo ultimo
singolo Ti amo da sinistra a destra, il cui videoclip è già reperibile sul web. «Non si tratta del primo pezzo di un nuovo cd. Sono un filmaker e quello che
faccio è collegato. Non ragiono per progetti e per album, narro storie che sono l’una il
collegamento dell’altra. Cerco di comunicare e dire qualcosa. Il tempo che rimane lo
dedico alle canzoni; sono un cantautore di riflesso». 

Una sua canzone è presente anche all’interno del suo ultimo cortometraggio, di cui ha
curato ogni aspetto, compreso quello musicale. «Di solito un cortometraggio – prosegue il videomaker – si realizza con un team di produzione costituito da almeno sei persone: dal fonico al regista all’elettricista al tecnico delle luci. Tutte figure assenti
nel mio caso.
Io ho curato regia, sonorizzazione, luci. E, prima di realizzarlo, ho
studiato la colorgrading: una tecnica che attraverso il colore mi consente di esprimere il mio carattere. La mia comunicazione deve essere identificata da chi sta
guardando»
.
Un’attenzione per la forma che non tralascia il contenuto. «Il corto tocca un tema
importante: il disturbo di disattenzione creato dalla tecnologia. Ero piccolo riguarda
un bambino – anch’egli assorbito dalla tecnologia – che a un certo punto si desta e invano ricerca le attenzioni dei genitori, troppo impegnati ad usare il telefonino. Il
protagonista, allora, si connette con la natura che lo circonda, chiedendo ad essa
quelle attenzioni». 

Un tema attuale, ispirato anche dalla attesa di diventare papà a
breve
. «La prossimità della paternità mi ha fatto sentire l’esigenza di esprimere
questa preoccupazione, circa il cellulare che ormai fa da babysitter ai bambini. Credo
molto nella forza di volontà dell’uomo; mentre la tecnologia e la società tendono a
lobotomizzarci: ovvero a ridurre al minimo l’intervento umano e l’uso del cervello».
Anche la protagonista del suo recente singolo è una bambina. «In realtà Ti amo da
sinistra a destra
non contiene nessun riferimento politico – precisa il cantautore –
L’amore non ha posizione, è universale.
La protagonista interagisce con un peluche
gigante, verso il quale nutre un amore incondizionato, pur non essendo vivo».


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