Enzo Bianco: «Primarie da ripensare» In città patto con Sel e Idv per vincere

Giardini storici e con piante poco conosciute, tutti legati al Mediterraneo. L’Italia ne è ricca, ma agli italiani manca la cultura del giardino e ancora meno quella del turismo dei giardini, l’horticultural tourism. Un nuovo settore in espansione per cui durante il week end di Pasqua, dal 7 al 9 aprile, la Tenuta Cardinale sarà sede di Dove fiorisce la Jacaranda, la prima mostra mercato di piante per il giardino mediterraneo organizzata da Grandi Giardini Italiani, in collaborazione con l’Azienda Agricola Trinità.

Abbiamo colto l’occasione per intervistare l’ex sindaco di Catania che molti ricordano come il sindaco dei fiori. Qualcuno a mo’ di sfottò, altri come segno della particolare attenzione al decoro urbano. Ma tra tanti fiori ci sono molte spine che hanno iniziato a pungere all’indomani della decisione di alcuni parlamentari regionali di appoggiare il governo Lombardo dell’Mpa e stanno pungendo moltissimo in questo periodo. Infuocate sono state, infatti, le recenti primarie per la scelta del candidato sindaco a Palermo. Ma anche Catania inizia a prepararsi per le sue amministrative. Certo, ci vuole ancora un anno, ma in città iniziano già a farsi sentire i primi fermenti politici.

Alla luce di come sono andate le primarie a Palermo, cosa prevede Enzo Bianco per Catania? Ci saranno gli stessi problemi? Liti interne e ricorsi ai garanti?
Innanzitutto bisogna vedere come finisce la vicenda palermitana che è molto grave e sulla quale bisogna riflettere attentamente. Il partito a livello siciliano ha commesso alcuni gravi errori in questi anni. Ha permesso che si creasse una diarchia tra la segreteria regionale del partito (rappresentata oggi da Giuseppe Lupo, ndr) e il capogruppo all’assemblea regionale (Antonello Cracolici, ispiratore dell’accordo con l’Mpa, ndr). E troppe volte è sembrato che ad aver e le mani sul volante della macchina del Pd fosse il capogruppo piuttosto che il segretario regionale. La scelta di andare a queste primarie su una posizione di chiusura a Lombardo molto netta e molto forte io l’ho apprezzata. Ma le primarie così come sono rischiano di essere un mezzo vulnerabile ed inadatto. Vanno assolutamente regolamentate.

Esclude quindi che tutto rimanga immutato. Per Catania ci sarà un nuovo sistema?
Sono certo che in qualunque città d’Italia, compresa Catania, le primarie saranno regolamentate molto più seriamente. C’è tutto il tempo per le cittá dove si vota dal prossimo anno. Quello che abbiamo visto tutti che è accaduto a Palermo è soltanto la punta di un iceberg. Ho avuto molte segnalazioni di interferenza molto forte di personaggi esterni al Pd e al centro sinistra.

Lei che si è sempre dichiarato contro qualsiasi appoggio a Lombardo, cosa pensa di fare se ci fosse una spaccatura interna al partito anche a Catania?
È chiaro che un rapporto con Lombardo non si può avere. È il principale responsabile del malessere di Catania. C’è un elemento di continuità nei dodici anni che hanno distrutto la primavera catanese ed è lo strapotere di Lombardo. Prima quando era vice sindaco di Scapagnini e poi presidente della Provincia, nonché azionista di riferimento al Comune e oggi con Stancanelli. Tutti sanno infatti che il vero puparo che manovra e comanda al Comune di Catania non è il Pdl, ma l’Mpa di Lombardo.

È prevedibile un accordo con il cosiddetto partito di Vasto (Pd con Sel e Idv) piuttosto che con il Terzo polo?
Penso che a Catania in questo momento la situazione sia davvero drammatica. Bisogna fare uno sforzo di fantasia per una soluzione, perché limitarsi alle ricette tradizionali della politica rischia di produrre una situazione non adeguata alla complessità dei fatti. Bisogna innanzitutto elaborare un vero progetto di rilancio e di crescita per Catania, chiamando quindi la parte migliore della città a tutti i livelli e attorno a questo progetto stringere un patto civico per la rinascita della città che esca fuori dagli angusti confini della politica e che parli un linguaggio nuovo. C’é un nuovo fermento della società civile che va incoraggiato. Per ultima l’associazione Catania Città Aperta alla cui inaugurazione c’era un pezzo importante e significativo della città. Ovviamente secondo me l’alleanza politica deve essere imperniata sul centro sinistra, anzitutto sul Partito Democratico, ma anche sulle altre forze della sinistra catanese: l’Idv, Sel, Psi e la Federazione della sinistra. Ci sono personaggi, cito un nome per tutti, Orazio Licandro, persone che in questi anni hanno fatto una seria e dura opposizione. Comunque il rapporto con l’Udc si può e si deve cercare di avere, così come con le altre forze all’opposizione della giunta Stancanelli, come il Fli di Puccio La Rosa e l’Api.

Ma lei si ricandiderebbe o preferirebbe appoggiare qualcun altro? Un nome possibile l’ha già fatto.
Penso che bisogna fare un passo per volta. Prima il grande progetto, poi costruire una grande alleanza civica a sostegno di questa operazione e chiamare a raccolta tutte le forze politiche e solo a questo punto scegliere il direttore d’orchestra. Sarebbe un errore farlo prima. Ce sono tanti anche fuori dalla politica attuale a cui si può chiedere di lavorare. Tanti ne stanno venendo fuori anche nella generazione giovane dei trentenni e, perché no, dei ventenni. Dobbiamo comunque fare una scelta fondamentale: vogliamo vincere o fare un’azione di mera testimonianza? Io penso che a Catania sia necessario vincere e per farlo bisogna avere anche una parte rilevante dell’elettorato moderato. Allora la nostra scelta deve tenere conto anche di questo.

[Foto di Liberal Pd]


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