«Vogliamo i nostri diritti». Recita così lo slogan della protesta degli studenti dell’Università degli studi di Enna Kore. Quattro parole scritte a caratteri cubitali neri su uno striscione bianco. In questo caso, il diritto che gli universitari chiedono venga rispettato è quello della mensa. «Siamo venuti a conoscenza della sospensione del servizio lo scorso 30 marzo, quasi per caso, attraverso il sito dell’università – spiega a MeridioNews il rappresentante degli studenti Stefano Dell‘Arte – e, almeno in un primo momento, abbiamo pensato si trattasse di una normale interruzione dovuta alle festività pasquali». E, invece, stando a quanto riferiscono gli studenti, la sospensione sarebbe dovuta alla scadenza del mandato della ditta che gestiva il servizio e all’impossibilità di indire una nuova gara d’appalto a causa della mancata approvazione del bilancio dell’Ersu. L’università non statale, nata nel 2004 su iniziativa della allora Provincia e promossa dalla fondazione privata Kore, intanto non ha più un consiglio di amministrazione. «Prima avevamo i rappresentanti degli studenti nel cda, adesso invece di tutte le questioni che ci riguardano veniamo informati solo attraverso un comunicato pubblicato online».
Sono una cinquantina gli universitari che, dal pomeriggio di oggi, stanno manifestando in segno di protesta davanti alla sede dell’Ersu di Enna. «Nei giorni scorsi, abbiamo cercato di avere risposte chiare in ogni modo sia dall’ente che dall’assessorato all’Istruzione – aggiunge il giovane – ma non abbiamo ricevuto chiarimenti, anzi abbiamo assistito solo a rimpalli di responsabilità: dalla Regione assicurano di aver provveduto a inoltrare una istruttoria, mentre dalla direzione dell’ente ci dicono che la documentazione non sarebbe a norma». Al rappresentante, però, non è stato concesso di avere accesso ai documenti non avendo più la rappresentanza nel consiglio di amministrazione. «Siamo qui a protestare – sottolineano gli studenti – perché siamo stanchi di assistere impotenti di fronte a dinamiche che ci sembrano un gioco di scarica barile». Intanto sono circa novemila gli universitari che sono penalizzati della sospensione del servizio che, fino al 30 marzo, era suddiviso in quattro diversi punti. Due collocate a Enna alta, uno a Enna bassa e uno nella frazione di Pergusa.
Un grave disagio «che arriva proprio nel momento dell’anno accademico in cui sono ricominciate le lezioni durante le quali spesso – racconta il rappresentante – abbiamo soltanto un’ora per la pausa pranzo. Continuo a voler credere nel buon senso dell’Ersu e dell’assessorato, ma chiediamo a entrambi gli enti di adoperarsi per riattivare il servizio. Anche perché noi – conclude – paghiamo le tasse e vogliamo che vengano rispettati i nostri diritti».
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