«Non abbiamo riscontrato danni alle persone né alle strutture, se non un tetto che si è completamente bruciato. Impossibile stabilire, per ora, la cifra degli ettari di macchia mediterranea andati distrutti». È questo l’esito dei sopralluoghi del capo della protezione civile di Enna, Lorenzo Colaleo, effettuati questa mattina dopo l’incendio devastante di ieri che ha impegnato fino alle 3 di questa mattina vigili del fuoco, volontari della protezione civile, Anpas e forestale. «Un primo incendio – spiega il responsabile – è partito intorno alle 13 da Enna Bassa in contrada Bosino e Baronessa a ridosso dell’ospedale. Mentre eravamo impegnati con mezzi e squadre in quella zona, intorno alle 14, siamo stati avvertiti che un altro rogo di vaste proporzioni aveva colpito la zona del castello. L’incendio appiccato presentava più di dieci punti fuoco».
Tra le zone maggiormente colpite, continua Colaleo vanno registrate «Valverde, le pendici e l’interno del Castello di Lombardia, la strada che sale da Enna Bassa al castello, detta san Calogero, la zona sottostante la Rocca di Cerere». A causa del fumo e delle fiamme, aggiunge «siamo stati costretti a chiudere la Sp1 (via Pergusa), la sp 51 (san Calogero), e la ss 117 bis. In mattinata sono tornate tutte accessibili, tranne la strada provinciale 51 che resta chiusa per la rimozione di alberi pericolanti e per la presenza sulla strada di cavi Telecom».
Momenti di panico e paura si sono avuti quando il fuoco ha circondato alcune abitazioni nella zona di San Calogero dove sono presenti oltre 400 case. «Abbiamo fatto evacuare una trentina di famiglie solo a scopo precauzionale». «L’inferno è arrivato sotto le nostre case». È lo sfogo dell’artista ennese Luca Manuli che racconta il dramma di chi ha visto scomparire sotto gli occhi i sacrifici di una vita. «Abito esattamente sul costone che ha preso fuoco. Mi sono accorto solo per caso vedendo dalla finestra il sole oscurato dal fumo. Siamo scesi in strada dove avevamo auto parcheggiate e garage. Abbiamo sgomberato tutto. Abbiamo tolto anche le auto di cui non riuscivamo a risalire al proprietario. Ci siamo dati da fare con secchi, pompe idriche e bidoni per tentare di salvare ciò che era possibile. Io possiedo un magazzino di oggetti teatrali che ho cercato si sottrarre alle fiamme. Mi sono caricato in braccio alcuni animali per liberarli dai recinti bloccati. Alcuni miei amici hanno avuto seri danni alle case, alle porte, alle finestre. Una mia carissima amica di casa ha perso il tetto della abitazione. Tanta paura – conclude – rabbia e la consapevolezza che di fronte alla cattiveria dell’uomo, siamo impotenti. Ancora piango».
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