Elezioni per il nuovo Rettore: la sfida è passata per la facoltà di Economia

Si è aperto presso l’Aula Magna della facoltà di Economia il secondo giorno del ciclo di confronti tra i tre candidati alla carica di Rettore dell’Università di Catania. L’incontro, arbitrato dal preside della facoltà di Economia, prof. Carmelo Buttà, ha previsto interventi di venti minuti per ciascuno dei candidati. Alla presenza della quasi totalità del corpo docenti della facoltà, del personale tecnico amministrativo e di alcuni studenti, ha aperto il confronto il prof. Recca che ha subito puntato il dito polemicamente su quello che ha definito “chiacchiericcio di corridoio” diventato, a suo parere, pesante negli ultimi giorni: “dobbiamo evitare di cercare il consenso attaccando gli avversari nei corridoi. Voglio sgombrare il campo da equivoci su due problemi: la squadra e la politica. L’organigramma è pronto ad essere reso pubblico; aspetto quindi che anche i miei avversari siano pronti. Per quanto riguarda la politica di partito voglio affermare che da dieci anni non la pratico più e tra l’altro in occasione di questa esperienza elettorale ho avuto contatti con politici sia di centrodestra sia di centrosinistra”.
L’ex preside di Ingegneria ha poi proseguito illustrando i punti cardine del suo programma elettorale: centralità degli studenti, modifiche del regolamento d’Ateneo e dello statuto, collaborazione tra università, risorse destinate al personale docente.

Anche l’intervento del prof. Barbagallo nei primi minuti ha offerto spunti polemici: “La mia candidatura si è concretizzata solo tre, quattro mesi fa grazie al forte impulso proveniente dall’ateneo. Credo siano dannose le campagne elettorali troppo lunghe”, alludendo alle candidature dei suoi avversari, proposte già parecchi mesi fa. 
Il programma del preside di Agraria è tutto incentrato sull’autonomia universitaria, “l’aspetto più innovativo e importante da un decennio a questa parte”. Altri punti del suo programma vanno dall’autonomia didattica, rafforzamento della ricerca e del rapporto con il territorio, enti locali e imprese, decentramento.

Il prof. Pioletti ha invece basato interamente il suo intervento illustrando il suo programma elettorale, partendo dai cinque punti cardine. La critica alla precedente gestione è subito chiara: “bisogna garantire, ciò che spesso è mancato in passato, trasparenza nella gestione dell’ateneo”.
L’ex preside di Lingue ha poi proseguito puntando l’obiettivo sul progetto di ateneo multicampus, con una gestione centrale e un’autonomia dei poli già esistenti, sull’affermazione della ricerca attraverso il potenziamento di strutture come i dipartimenti, sul monitoraggio e supporto delle sedi decentrate, obiettivo fallito in passato, sul progressivo svuotamento della smisurata fascia di precariato stabile e, soprattutto, sull’istituzione di un sistema di programmazione strategica.

Il question time, infine, ha manifestato particolari enfasi sul ruolo del personale tecnico amministrativo e sulla competizione tra atenei. Se per Barbagallo è fondamentale “puntare sull’erogazione degli stessi servizi di Torino, Milano e degli atenei del Nord”, per Pioletti “il problema non è con quali atenei ci si confronta, perché se con Palermo o Bari siamo leggermente in svantaggio, la situazione diventa preoccupante se ci confrontiamo con gli atenei del Nord. E’ necessario dunque prendere innanzitutto atto della situazione per considerare e affrontare i nostri limiti”.


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