A crearla è stata il professore ordinario di Informatica Sebastiano Battiato ed è stata firmata da 287 sostenitori. Al centro del testo il resoconto dell'attività svolta da Giacomo Pignataro come rettore dell'ateneo. Il suo mandato si è interrotto dopo la sentenza del Consiglio di giudiziaria amministrativa
Elezioni del rettore, su Change la lettera dei docenti «Continuare con la linea di legalità e innovazione»
Una lettera aperta che in poche ore è stata firmata da 287 sostenitori. È quella creata sulla piattaforma online di petizioni Change.org da Sebastiano Battiato, docente ordinario di Informatica al dipartimento di Matematica dell’università di Catania. Al centro del testo c’è una sorta di resoconto dell’attività svolta da Giacomo Pignataro come rettore dell’ateneo. A interrompere il mandato di Pignataro, iniziato nei primi mesi del 2013, ci pensa una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa. Che chiude una questione aperta dal 2011: da quando, cioè, comincia l’affaire dello statuto varato all’allora magnifico Antonino Recca e giudicato illegittimo. Cosa che, secondo i giudici, avrebbe dovuto portare subito a nuove elezioni degli organi dell’ateneo, eletti con una carta statutaria non valida. Così, dopo un ricorsi e appelli, si deve tornare a elezioni. Giacomo Pignataro in un primo momento era intenzionato a ricandidarsi per proseguire il suo mandato, salvo poi ripensarci per la mancanza delle «condizioni di serenità».
Nella lettera, che nei corridoi di Palazzo centrale viene definita «trasversale», i docenti ripercorrono il clima che si respirava prima dell’elezione del 2013: «Anni segnati da un eccesso di centralizzazione e da uno stile autoritario ma non autorevole, dalla commistione innaturale tra gestione e ambizioni politiche, persino da scandali che avevano visto l’Ateneo coinvolto ai suoi massimi livelli». In uno dei passaggi viene dato spazio alla vicenda statuto, definito una «mina da disinnescare»: «La nuova amministrazione intraprese l’indispensabile azione di modifica e armonizzazione. Nonostante il chiarissimo parere del Ministero che riteneva sanato il vulnus istituzionale con le modifiche statutarie introdotte».
Il tutto avvenuto in un clima decisamente poco sereno affiancato da «una violenta campagna denigratoria nei confronti dell’amministrazione Pignataro, fondata su casi immaginari e supposti scandali, sempre ignorando gli elementi di fatto a carico della vecchia gestione. Si tratta di bugie ripetute più volte, affinché potessero assumere parvenza di verità». Gli ultimi passaggi sono dedicati a una sorta di endorsement nei confronti di Pignataro e alla solidarietà per «la sua decisione di ritirare la candidatura, compiendo un sacrificio che conferma un elevato senso di considerazione per l’Istituzione e di difesa della sua autonomia». Per questo, si legge nell’appello, «auspichiamo che l’azione della prossima amministrazione possa proseguire nella spinta innovativa già avviata e nel percorso di legalità, trasparenza e rilancio dell’ateneo».