Ecco la seconda ed ultima parte della mini guida per la scelta dei Master post laurea. Gli argomenti sono le selezioni, le aziende partner, lo stage e il placement- Leggi la prima parte dell'articolo
E tu di che Master sei? – Seconda parte
Analizzato il mercato, il prezzo e l’iniziale indice relativo ai contenuti qualificanti, giungiamo alla presentazione faccia a faccia del corso. E’ importantissimo a questo punto tenere conto di svariate cose: i criteri di selezione (se presenti), le aziende partner, lo stage e il placement.
Innanzitutto cominciamo con un pregiudizio bello e buono. Quando non c’è alcuno sbarramento nella selezione, quasi, e ripeto quasi sicuramente la qualità non sarà tanto alta da richiedere una scrematura. Ciò avviene soprattutto nei corsi commerciali in cui l’unico interesse è quello di vendere la formazione senza curarsi minimamente dei formati; figurarsi dei contenuti. Tutto questo dimostra pure come non ci sia alcun interesse a selezionare gli elementi che porteranno per tutta la vita sul curriculum il nome dell’ente.
Ad ogni modo superata questa fase, durante la presentazione vi verranno illustrati sia i programmi che le aziende partner; in questo caso è sempre meglio chiedere l’entità di questa partnership poiché è ovviamente positiva la presenza di aziende che sovvenzionino il corso con borse di studio. Ciò conferisce credibilità e prestigio al Master perché dimostra empiricamente quanto vale la preparazione erogata, che unita al fattore “corpo docente”, indica monetariamente quanto un’azienda creda nel corso. Citare semplicemente stage effettuati o contatti ha poco valore; diffidate dalle vaghezze.
Ultimate le lezioni frontali in aula, per un minimo di tre ad un massimo di sei mesi è previsto didatticamente uno stage in azienda. Sfatiamo un altro mito: il Master non può assicurare alcuno stage perché questo è il frutto delle esigenze del mercato e delle risorse umane a disposizione dell’ente. Quando non c’è l’incontro tra queste due componenti uno stage serio è impossibile, e per stage serio intendiamo un praticantato in cui si faccia una reale esperienza lavorativa, per una reale esigenza d’organico. A poco servono quindi le certezze su questo fronte e molti sono i casi di sfruttamento se non addirittura di stage virtuali in aula. Ovviamente maggiori sono i contatti e la penetrazione dell’ente, maggiore sarà la possibilità di ultimare il master con successo.
Per placement invece si allude all’impiego – più o meno – fisso nel settore di specializzazione, quindi i dati che supportano i numeri utilizzati spesso come specchietti per le allodole, devono considerare il lavoro effettivo e non gli stage, tantomeno gli impieghi in settori diversi da quelli del Master. Da prendere in considerazione sono pure i tempi di inserimento poiché secondo i dati Almalaurea, i neo-laureati devono penare dai 12 ai 18 mesi prima di trovare un impiego, mentre teoricamente i masterizzati dovrebbero usufruire di una preparazione più spendibile e di canali più rapidi.
Tutto ciò ovviamente verrà a galla solo al colloquio, spremete quindi l’interlocutore che è tenuto a dare tutte le risposte del caso, rendendo note peraltro tutte le metodologie di rilevazione dei dati.
Concludendo purtroppo ci sono le considerazioni riguardo la location da preferire per un Master. E’ scontato che per avere una buona preparazione, un buono stage e possibilmente un buon lavoro, è necessario che il mercato percepisca questa professionalità, quindi è bene sempre scegliere secondo il settore di interesse e gli eventuali sbocchi occupazionali. Un esempio per tutti: Milano o al massimo Roma per i comunicatori.
Chiudiamo questo breve vademecum con un saggio detto siculo che riassume un po’ il nostro pensiero: i soddi fannu soddi, ma coscienti di vivere una vita fortunata per la possibilità di usufruire di determinate opportunità, ci sentiamo di aggiungere: aiutiti ca diu t’aiuta!.
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