Scompare uno dei magistrati della lunga stagione cosiddetta dei “veleni” al palazzo di giustizia di Palermo. È morto Pietro Giammanco, 87 anni, procuratore di Palermo tra il 1990 e il 1992. A rendere nota la notizia è il Giornale di Sicilia. La gestione della Procura al tempo di Giammanco fu caratterizzata soprattutto dalle polemiche e da una contrapposizione tra il capo dell’ufficio e Giovanni Falcone.
Dei contrasti sulla gestione delle inchieste su mafia e politica lo stesso Falcone ha lasciato traccia nei suoi diari nei quali sosteneva che alcuni spunti di indagine sarebbero stati “frenati” dal capo della Procura del tempo. Le memorie di Falcone innescarono, dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, la rivolta di otto sostituti procuratori. Il braccio di ferro provocò l’apertura di un fascicolo davanti al Csm e culminò con la richiesta di trasferimento, poi accolta, di Giammanco alla Cassazione. Al suo posto venne nominato Gian Carlo Caselli che si insediò proprio nel giorno in cui venne catturato Totò Riina.
Difficili i rapporti di Giammanco anche con Borsellino il quale aveva confidato alla moglie Agnese di avere appreso casualmente e non da Giammanco, che ne aveva conoscenza, che un pentito aveva rivelato l’arrivo di un carico di esplosivo destinato a un attentato contro il magistrato.
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