Droga al chiosco di Gravina, arrestato latitante Ricercato dal 2016, è stato catturato a Malaga

A novembre 2016 ne avevano arrestati 15. Uno era latitante all’estero e di lui non si sono avute notizie fino al 14 marzo 2018, quando è stato arrestato a Malaga dalla polizia spagnola, in collaborazione con le forze dell’ordine italiane. È finita così la fuga di Luigi Bellanca, 50enne nato in Francia ma di origini siciliane, ricercato nell’ambito dell’operazione Baly dei carabinieri di Gravina di Catania. Un maxi-blitz che prendeva il nome dal chiosco che, secondo le indagini, sarebbe stato la base operativa del traffico di droga. Per gli inquirenti, il ruolo di Bellanca sarebbe stato quello di curare i rapporti con i referenti olandesi per l’approvvigionamento della droga e di occuparsi dell’arrivo dei carichi in Italia. Alla fine del 2016, l’operazione Baly aveva fatto luce su un presunto sistema di traffico di stupefacenti gestito, dal carcere, dall’ergastolano Mario Pace, del clan Pillera-Cappello.

Il gruppo criminale di Gravina, però, non era legato a Cosa nostra, spiegavano all’epoca i carabinieri. Le consegne avvenivano a domicilio, sotto ai tavolini del chiosco, oppure direttamente dagli scooter. Un sistema rodato che si sarebbe avvalso anche di altre complicità: nella cella di Pace è stato rinvenuto, nel corso delle indagini, perfino un computer portatile. Un oggetto del tutto incompatibile con il regime carcerario. Bellanca, che oggi tornerà in Italia (e sbarcherà a Fiumicino) sarà portato in un carcere romano e da lì sarà a disposizione dell’autorità giudiziaria catanese. È accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Redazione

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