Le vittime sarebbero state prese di mira per futili motivi o senza un’apparente ragione e poi picchiate con calci, schiaffi, pugni e perfino colpi di casco. Sono i particolari dell’operazione Disco-gang che ha portato all’arresto di sei giovani catanesi (di età compresa tra i 20 e i 25 anni) accusati di essere gli autori di violente aggressioni avvenute all’interno di discoteche di Catania. Sono due gli episodi di pestaggio ricostruiti nel corso delle indagini da parte degli agenti della polizia. Alcune scene violente, sono anche finite condivise sui social.
Stando a quanto è stato ricostruito, il gruppo avrebbe agito utilizzando la stessa tecnica: ingenerare una discussione e poi aggredire le vittime con violenza. Gli episodi emersi sono avvenuti nei mesi di febbraio e marzo all’interno di due noti locali della movida catanese. I sei arrestati, finiti ai domiciliari, sono accusati di lesioni in concorso aggravate sia dall’avere determinato a commettere il reato o di essersi comunque avvalsi di un minore, sia dall’avere agito per futili motivi, in più persone riunite e in numero superiore a cinque. La ricostruzione della dinamica dei due episodi – il primo dell’11 febbraio e il secondo del 2 marzo – è stata possibile tramite l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza.
Il primo episodio è avvenuto in occasione dei festeggiamenti di carnevale di una ragazza dell’hinterland catanese, insieme al suo compagno e ad altri parenti. In quel caso, il gruppo avrebbe iniziato a molestare la ragazza nella pista da ballo e a colpire con i caschi chiunque fosse intervenuto in sua difesa, provocando lesioni di varia entità a quattro persone. Le vittime hanno riportato lesioni giudicate guaribili da 5 ai 30 giorni. Il secondo episodio, invece, riguarda uno studente universitario fuori sede. Il giovane sarebbe stato aggredito (riportando lesioni guaribili in sette giorni per un lieve trauma cranico), senza motivo alcuno, in un’altra discoteca: schiaffi e pugni da un ragazzo spalleggiato da un gruppo di circa venti persone. Una vicenda che è stata ripresa, in ogni fase, dalle telecamere del locale che, poi, è stata rilanciata anche sui social.
Gli indagati, rintracciati nella mattinata di ieri (20 giugno) nelle loro abitazioni, sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari. Uno è risultato irreperibile. Contestualmente il questore di Catania ha emesso il Daspo Willy della durata di tre anni. Visto che i giovani sono destinatari di misura cautelare, per effetto del Decreto Caivano, è stato esteso a tutte le discoteche e i locali di pubblico intrattenimento dell’intera provincia di Catania. La violazione della misura costituisce un reato che prevede la reclusione da uno a tre anni e una multa da 10mila a 24mila euro.
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