Il messaggio è stato caricato su youtube e facebook dalla rete #SiamoHandicappatiNoCretini, che chiede assistenza per i casi di disabilità in Sicilia. «Le istituzioni continuano a prenderci in giro, vogliamo solo che si applichino le leggi esistenti» dicono
Disabili, videoappello per Sergio Mattarella «Aiuto presidente, nostra Isola ci tradisce»
«Presidente, la nostra Sicilia ci sta tradendo, la nostra terra ci sta umiliando». Il presidente al quale fanno riferimento Alessio e Gianluca Pellegrino, i fratelli tetraplegici che con il loro appello a Le Iene hanno causato le dimissioni dell’ex assessore regionale Gianluca Miccichè, è proprio il conterraneo Sergio Mattarella. Insieme a loro ci sono gli altri disabili e le relative famiglie che, dopo aver occupato la presidenza della Regione per sollecitare il governo Crocetta a garantire l’assistenza 24 ore su 24 almeno per i casi più gravi, hanno costituito la rete (con relativo hashtag) #SiamoHandicappatiNoCretini.
L’appello è stato caricato su youtube e su facebook. Ad aprire e a chiudere il video sono proprio i due protagonisti delle dimissioni di Miccichè: «Gentile presidente della Repubblica siamo Alessio e Gianluca Pellegrino, due fratelli disabili e viviamo da soli da tre anni». A seguire Debora Pulizzotto, Federico Modica, Antonella Ferro, Giuseppe Catalano, Francesco Siino, Rosa Maria Foti, Margherita Bravo, Roberto Greco, Gabriele Greco, Vincenza Ferrante, Vincenzo Muratore.
Tutti esprimono sofferenza e solitudine, e allo stesso tempo un’ostinata volontà di non arrendersi, per ottenere ciò che gli spetta. Come nel caso di Federico e Debora, «due genitori di un un bambino autistico» che «per avere un’adeguata assistenza – dicono – dobbiamo quotidianamente lottare contro delle istituzioni sorde e insensibili, al limite della crudelta». Più avanti il padre di un disabile aggiunge che «le istituzioni continuano a prenderci in giro con tavoli tecnici e cabine di regia, ma vogliamo solo che si applichino le leggi esistenti». Alla fine tutti i partecipanti, in crescendo incalzante, chiedono aiuto al capo dello Stato.