La denuncia del presidente dell'associazione delle famiglie di persone con disabilità, Giuseppe Giardina: «Solo adesso i vertici della Regione si sono accorti che in Sicilia i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari sono rimasti solo sulla carta».
Diritti dei disabili, l’appello dell’Anffas «Adesso non si spengano i riflettori»
L’Anffas, l’Associazione nazionale di famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, critica l’atteggiamento, punta il dito contro la gestione dei diritti dei disabili da parte della Regione siciliana. Giuseppe Giardina, papà palermitano di una persona con disabilità e presidente dell’associazione, sottolinea come «La Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità a cui anche la Regione Siciliana è tenuta ad attenersi, non consente equivoci: nello sviluppo e nell’applicazione della legislazione e delle politiche per attuare la Convenzione – si legge all’articolo 4 comma 3 – come pure negli altri processi decisionali relativi a temi concernenti le persone con disabilità, gli Stati si consulteranno con attenzione e coinvolgeranno attivamente le persone con disabilità, compresi i bambini con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative». Da questo punto di partenza prende piede la critica: «Solo da poche settimane i vertici della Regione si sono accorti che in Sicilia i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari sono rimasti solo sulla carta. Bisogna dire grazie a coloro che sono riusciti ad accendere i riflettori sul ‘caso della disabilità siciliana’, ma ciò è il chiaro segno di un sistema patologico che solo i mass-media, evidentemente, riescono a smuovere». Poi rincara la dose: «Anffas – dice Giardina – contesta questo modo di agire e rivendica, anche forte di anni di lotte, iniziative, manifestazioni, proposte che vanno costruite in luoghi stabili di consultazione e partecipazione attiva. Le politiche di welfare non possono essere oggetto di interventi emergenziali, né frutto di spinte emotive o della trasmissione di turno».
«Il nostro timore è che i riflettori tornino a spegnersi, come spenti sono stati in questi anni». Il presidente di Anffas sottolinea anche come nessuno sia stato al fianco degli studenti con disabilità, quando questi si sono incatenati, per ben tre volte in meno di due anni, in difesa del diritto allo studio: «Non una sola dichiarazione dal mondo delle Istituzioni e della politica». Poi ancora critiche: «Adesso che la disabilità sembra al primo posto nell’agenda di governo – dice Giardina – il rimedio è peggiore del male: solo interventi confusi e di emergenza e limitati alla cosiddetta “disabilità gravissima”, con parametri e procedure assurde e contraddittorie. E tutte le altre persone con disabilità? Il Presidente Crocetta – critica Giardina – rischia così di scatenare una guerra tra poveri. Valuteremo se tali provvedimenti hanno profili di illegittimità e se sono addirittura discriminatori. In tal caso chiederemo alla magistratura di annullarli».
Secondo l’Anffas occorre passare dalla protesta alla proposta. Per farlo, occorre unire all’emotività i contenuti, «affinché il diritto di cittadinanza delle persone con disabilità abbia concreta e fattiva attuazione anche in Sicilia: la politica non può e non deve perdere questa opportunità. Lanciamo un ultimo appello al mondo politico istituzionale – dice ancora il presidente di Anffas Sicilia – affinché le associazioni rappresentative della disabilità siciliana siano finalmente coinvolte e i processi decisionali e le loro istanze ascoltate e accolte. Invitiamo infine singoli soggetti e comitati e mondo dell’informazione a rivedere il linguaggio utilizzato in riferimento alla disabilità, evitando di utilizzare, pur a fini provocatori, termini arcaici e discriminatori, che non tutti sono in grado di cogliere. Auspichiamo a tal riguardo che anche la Sicilia possa vedere la nascita della Fish – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – che unisce alcune tra le associazioni maggiormente rappresentative impegnate a livello, nazionale, regionale e locale nelle politiche mirate all’inclusione delle persone con disabilità».