Dinastia Cavadduzzi, la corsa al figlio maschio e gli eredi Accuse dei pentiti e il sequestro al nipote del capomafia 

Sono partiti vendendo acqua minerale e gestendo bische clandestine a Catania. Poi «con i soldi del contrabbando e delle droga» hanno comprato proprietà agricole, alberghi e tanti appartamenti. Sono i Cavadduzzi, gli ex numeri due della famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano di Catania. Una dinastia che va avanti da quasi un secolo e che oggi torna alla ribalta con il sequestro dei beni di Franco Ferrera. Ultimo esponente di una generazione cominciata con il nonno Salvatore, poi proseguita con il padre, Natale, e gli zii Francesco, Pippo e Nino. Eserciti di pentiti li hanno descritti nei minimi dettagli. Il primo a sbottonarsi però è stato Antonino Calderone, fratello del capomafia Pippo, con il quale ha condiviso tra gli anni ’60 e ’80 la gestione della mafia ai piedi dell’Etna. Gente «sveglia e decisa» che «faceva la corsa al figlio maschio», oltre a essere imparentata con i Santapaola, raccontava il pentito. Svelando la cerimonia d’affiliazione delle punciuta, che nella primavera del 1962 sancì l’ingresso in Cosa nostra di gente del calibro di Nitto Santapaola, Giuseppe Ferlito, zio di Alfio, e Francesco Ferrera.

Pippo Ferrera, poi diventato capo di Cosa nostra in provincia di Catania, è morto a 52 anni nel 1998. Resterà nella storia criminale della città la sua fuga nel 1988 dall’ospedale Ascoli-Tomaselli, quando un commando cercò di ucciderlo. Il boss, ricoverato per una forma di tubercolosi, scappò dalla finestra, rimandando l’appuntamento con la morte grazie alla reazione della sua guardia del corpo. Scese in strada in pigiama e i poliziotti gli trovarono in tasca 13 milioni di lire in contanti. Il fratello, Francesco, venne catturato nel 1991 dopo otto anni di latitanza in Belgio. Lui in tasca, quando gli strinsero le manette ai polsi, di milioni ne aveva 36. 

La storia recente della famiglia, appassionatissima di cavalli – da qui il soprannome – , riprende le redini dall’inchiesta Fiori bianchiConclusasi con il blitz e i 77 arresti dell’aprile 2013. Tra loro Franco Ferrera, poi condannato nel processo di primo grado a quattro anni. Contro di lui hanno puntato il dito diversi pentiti, tra cui l’ex reggente militare Santo La Causa. Verbali in cui finiscono storie di estorsioni, riunioni, lotte interne tra cosche rivali e vendette. Una di queste, negli anni ’80, avrebbe riguardato Angelo Barbera, che Pippo Ferrara «pensava di avere avuto un ruolo nel tentativo di omicidio in ospedale. Mi indicò anche le armi che avrei dovuto utilizzare – spiega La Causa riferendosi al nipote del capomafia – poi Barbera venne ucciso ma indipendentemente dalla volontà mia e di Ferrera». Dopo un periodo in cui tra i due si perdono le tracce ci sarebbe stato un riavvicinamento nel 2006. Quando la geografia mafiosa è profondamente mutata e i Cavadduzzi sono lontani dai vertici della famiglia Santapaola. «Pensai di coinvolgerlo nella creazione di un cordone di sicurezza attorno a me […] grazie all’intervento di alcuni uomini di cui poteva disporre». Insieme, svela La Causa, avrebbero progettato anche di buttarsi «nel traffico di stupefacenti grazie ai rapporti con un esponente della Camorra».

La Causa è un rullo compressore davanti ai magistrati e associa il nome di Cavadduzzu anche ad alcuni affari legati al mondo immobiliare e alla vendita di automobili, tramite una concessionario di San Gregorio di Catania. C’è poi un passaggio sul centro commerciale I Portali di San Giovanni La Punta e l’imprenditore che l’ha costruito, Nunzio Romeo. Quest’ultimo, stando ai racconti del pentito, sarebbe stato «gestito» dal cugino di Ferrera, Francesco Napoli. A inserirsi nella vicenda, però, sarebbero stati i Laudani, di casa nel territorio puntese. Ecco perché l’allora reggente, oggi pentito, Giuseppe Laudani avrebbe preteso una percentuale del due per cento sull’appalto. Alla fine, come raccontato da entrambi i pentiti, l’imprenditore sarebbe stato spartito tra i due gruppi. «Dopo l’arresto di Salvatore Battaglia presi io in mano la situazione – continua La Causa – e feci in modo di dividere i soldi come si era convenuto». In questo contesto l’ex boss avrebbe cercato di fare inserire anche una ditta di pulizie «ma Romeo mi disse di non poterlo fare perché aveva promesso di dare l’appalto a un’impresa riconducibile al sindaco di San Giovanni La Punta». Le richieste però non finiscono qui e La Causa avanza anche la proposta di fare pagare all’imprenditore 100 euro al mese per ogni bottega affittata all’interno del centro commerciale. «Feci un incontro con Nunzio Romeo nella casa della madre di Francesco Ferrera a cui parteciparono lo stesso insieme a Orazio Magrì […] Alla fine acconsentì di pagare settemila euro mensili benché i negozi affittati fossero più di cento.

A parlare dell’ultimo esponente di sangue della famiglia mafiosa sono anche i collaboratori Ignazio Barbagallo, Nazareno Anselmi, Carmelo Riso e Giuseppe Laudani. Verbali in cui gli stessi riconoscono in foto l’uomo e lo accusano di avere avuto un ruolo nella presunta protezione di un imprenditore, titolare di una concessionaria di automobili. «I Ferrera mi dissero che era un’attività di loro esclusiva competenza». Una vicenda poi conclusasi, stando al racconto di Laudani, «con una dazione ai ragazzi che avevano avviato l’estorsione di un regalo dell’importo di diecimila euro».


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Gianni Filippini, cranio da cattivone della Spectre, con la moglie Florinda Vicari (ex moglie, attuale moglie, socia storica in affari, boh), bellona compagna/socia in affari del cattivone dello Spectre, e sulla coppia la benedizione di Vittorio Sgarbi, in Sicilia sono parecchio noti. Filippini, aostano, ex manager sportivo, ex agente di spettacolo, ha trovato la pacchia […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]