La raccolta separata comprende anche i rifiuti urbani pericolosi. Pile e accumulatori energetici, per legge, non fanno parte dell'immondizia casalinga ma vanno riportati ai rivenditori. A Catania, tra comuni cittadini e commercianti, sono in pochi a rispettare la normativa. E chi lo fa attende da mesi il ritiro da parte del Comune
Differenziata, non solo cassonetti Pile esauste? Ecco dove buttarle
Telefonini, orologi, computer, iPhone, lettori mp3, piccoli e grandi elettrodomestici. La maggior parte delle nostre azioni quotidiane sono accompagnate da oggetti che funzionano a batterie. Eppure molti non sanno che un solo grammo di mercurio contenuto in una pila può inquinare fino a mille litri di acqua. Ecco perché pile e accumulatori energetici vanno classificati come rup, rifiuti urbani pericolosi.
Per questi, infatti, è necessario un accurato percorso di raccolta differenziata e dei trattamenti di smaltimento speciali. Dal 1 gennaio 2009 anche in Italia, con l’entrata in vigore del decreto legge 188/2008 che segue la normativa europea, chiunque venda pile è obbligato al ritiro di quelle esauste.
Ma a Catania come funziona la raccolta? Per capire quanti rivenditori rispettano la normativa, abbiamo fatto una piccola indagine tra i punti vendita del centro cittadino.
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Su diciassette solo quattro esercizi commerciali differenziano correttamente le pile esauste. Tre le ritirano, ma sono sprovvisti degli appositi raccoglitori. La maggior parte, invece, ignora l’obbligo di legge o, in certi casi, prova a sfuggirvi. E’ il caso del signor Paolo che nel suo negozio di elettrodomestici in via Vittorio Emanuele ritira le pile esauste a patto che siano dei propri clienti. «Se compra le batterie nuove da me, allora accetto quelle sue da buttare», dice. Ma c’è anche chi, come la proprietaria dei tabacchi in via Salvatore Calì, la differenziata delle pile la fa da vent’anni. «Adesso però – lamenta – ho difficoltà a smaltirle. Al numero verde del Comune non rispondono e da tre, quattro mesi non passano più a svuotare il contenitore». Come lei anche gli altri rivenditori muniti di appositi contenitori col marchio del Comune per la raccolta di pile, adesso non sanno a chi rivolgersi.
«Fino a qualche mese fa la raccolta di questi rifiuti – spiega Marco Morabito, dirigente al servizio per l’amministrazione etnea – era per metà affidata al Comune e per metà in appalto ad una azienda privata. Adesso invece, per l’80 per cento è passata nelle mani dell’Ipi/Oikos, azienda che gestisce la differenziata a Catania. L’unica zona di raccolta rimasta al Comune è quella che va dalla Circonvallazione al corso dei Martiri ed è limitata ai lati di via Caronda e viale Vittorio Veneto», dice. «L’azienda provvederà man mano a sostituire i vecchi contenitori del Comune con quelli propri e poco alla volta anche la raccolta delle pile riprenderà a funzionare», chiarisce Morabito. Nel frattempo però, ad avvisare i rivenditori che da mesi attendono l’addetto del Comune alla raccolta pile, pare non abbia pensato nessuno.
Conosci altri rivenditori che ritirano le pile esauste a Catania? Segnala l’indirizzo nei commenti. Ci aiuterai ad ampliare la nostra mappa.