Dall'ufficio regionale dipende l'assegnazione del servizio di porta a porta nella maggior parte dei Comuni. Una valutazione che dura mesi. «Ci vuole molto perché dobbiamo basarci sul sistema dell'offerta economicamente più vantaggiosa», spiega il dirigente che respinge i sospetti: «Da noi massima trasparenza»
Differenziata, le gare milionarie nelle mani dell’Urega Tempi lunghi e gettone da 300 euro: «È la nuova legge»
Dall’inizio dell’emergenza rifiuti in Sicilia, è stato chiamato in causa diverse volte, additato spesso come principale responsabile dei ritardi nell’espletamento delle gare d’appalto per l’affidamento del servizio porta a porta per la raccolta differenziata. Ma il dirigente dell’Urega, l’ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici, spedisce un’altra volta le accuse al mittente, sottolineando invece gli errori commessi dalle stazioni appaltanti delle gare, cioè i Comuni.
Ad alimentare le accuse di lentezza da parte dell’Urega, secondo i più maliziosi, è anche il gettone di presenza che viene erogato ai due componenti esterni di ciascuna commissione. Uno con competenza giuridica e il secondo con competenza tecnica. Vengono sorteggiati da appositi elenchi a disposizione dell’Urega, soltanto dopo la presentazione delle offerte. Per ogni seduta, ciascuno dei due esterni percepisce 300 euro lordi, fino a un massimo di diecimila euro. Possibile – è la domanda che ricorre spesso tra gli addetti ai lavori – che i ritardi siano alimentati dalla tentazione di accrescere il numero delle sedute (e quindi dei gettoni)? Smentisce il dirigente regionale dell’Ufficio, Rosario Lazzaro, secondo cui «l’Urega ha sempre garantito la trasparenza e la correttezza in tutti i passaggi delle gare d’appalto. Prova ne sia che nessun tipo di indagine da parte della magistratura ha mai interessato la nostra struttura».
Il compito dell’Urega inizia nel momento in cui riceve le bozze di gare e di disciplinari di gara dai Comuni. L’Ufficio esamina tecnicamente i documenti e richiede eventuali modifiche o integrazioni ai Comuni, che rettificano e rimandano indietro i documenti. Una volta dato l’ok, i Comuni pubblicano i bandi: da quel momento le aziende avranno 45 giorni di tempo per presentare le offerte. Subito dopo si insedia la commissione e parte l’attività esaminatrice dell’Urega. Le commissioni sono formate da cinque membri: i due esterni, due funzionari dell’Urega e un rappresentante della stazione appaltante, solitamente i Comuni.
Secondo le stime di Lazzaro, per l’istituzione delle commissioni (compresa la fase del sorteggio degli esperti esterni, la valutazione di eventuale incompatibilità e l’accettazione dell’incarico) servono circa 30 giorni. I tempi si allungano nella fase di valutazione delle offerte. «Questo perché – sottolinea Lazzaro – il decreto legislativo 50 ha istituito, per le gare superiori al milione di euro, il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa». Non più quindi il criterio del massimo ribasso, ma una scelta ponderata tra i costi e i servizi offerti, preferendo l’offerta con il miglior rapporto tra qualità e prezzo.
«È chiaro che i tempi si allungano, perché intervengono tantissimi altri fattori, non meramente numerici». Insomma, si tratta di una valutazione complessa «che impone – sottolinea Lazzaro – una sorta di discrezionalità». Il risultato è un aumento esponenziale dei tempi, «almeno 180 giorni per questo genere di gare. Sempre sperando che non intervengano ricorsi», aggiunge.
Nei mesi scorsi la Regione ha imposto ai Comuni che non avevano già un servizio di raccolta porta a porta, di presentare all’Urega un bando di gara entro il 15 luglio. «Tuttavia – ammette Lazzaro – è accaduto anche che i Comuni abbiano protocollato le pratiche per il nostro ufficio il 14 luglio, ma ad oggi non abbiano ancora inviato le bozze di gare e di disciplinari. Naturalmente, alla fine della fiera, anche questi vengono contati come tempi dell’Urega. Ma – conclude – come possiamo esaminare dei documenti che non ci sono mai stati inviati?».