La Sicilia è la prima regione italiana per numero di registrati al piano nazionale di formazione al lavoro. Nonostante le diverse cancellazioni nelle adesioni. Il profilo degli iscritti diffuso dal ministero lascia però ampi margini di riflessione sulla sfiducia e la disillusione dei cittadini tra i 19 e i 29 anni che non studiano né lavorano
Diecimila siciliani lasciano Garanzia Giovani Chi resta si dice pronto a trasferirsi al Nord
Dopo la testimonianza raccolta da MeridioNews, stavolta sono i numeri diffusi dal ministero del Lavoro a mettere nero su bianco la disillusione e la sfiducia che i giovani siciliani nutrono verso Garanzia Giovani. Due mesi fa l’assessore regionale al Lavoro Bruno Caruso descriveva la misura come strumento che serve per formare al lavoro e non creare posti di lavoro, ma per i siciliani dai 19 ai 29 anni costituisce innanzitutto la speranza per uscire dal limbo dell’inattività. Registrarsi, dunque, è diventato ormai quasi un rito, un passo per poter almeno dire d’averci provato. Secondo i dati diffusi dal Ministero – aggiornati al 2 aprile – la Sicilia è la prima regione in Italia per numero di registrazioni, ben 64.792. Un dato diverso dalle adesioni che rappresentano il numero di iscrizioni in più regioni italiani da parte della stessa persona. In questo caso, il territorio dove si registra il numero più alto è la Campania, con 62.628; seguita proprio dalla Sicilia, con 63.883 adesioni. Ma il dato siciliano si riduce a 54.028 adesioni se calcoliamo i circa 9.855 giovani che nella nostra regione hanno deciso di abbandonare Garanzia Giovani.
Il numero di aderenti rimane consistente, ma a nessuno di questi 54 mila ragazzi è data la certezza di poter accedere a un tirocinio o a un lavoro part time. All’interno del programma un ruolo determinante viene giocato dai Centri per l’impiego che, all’interno della regione, hanno il compito di prendere in carico i giovani che hanno fatto richiesta di adesione a Garanzia Giovani. Secondo i dati forniti ancora dal ministero del Lavoro, in Sicilia sarebbero stati presi in carico solo 33.403 dei 54.028 aderenti, ovvero il 61 per cento del totale. La percentuale potrebbe sembrare positiva, ma il compito che il Centro per l’impiego è chiamato a svolgere è semplicemente quello di profilazione del candidato e di stima del grado di difficoltà nella ricerca di un’occupazione. Con la presa in carico non è richiesto, dunque, nulla di più che un primo approccio tra il giovane e l’ex ufficio di collocamento.
Proprio dall’attività di profiling effettuata finora dai centri territoriali emerge un altro aspetto interessante: la percentuale di giovani che, per periodo di inattività, diventa un soggetto vantaggioso da assumere in termini di sgravi economici. Dei presi in carico, 24.948 aderenti sono stati riconosciuti in possesso di un profilo alto, 6.801 di un profilo medio-alto e 1.520 di profilo basso. Dai dati diffusi dal ministero emerge, infine, un’ulteriore certezza. I giovani siciliani che aderiscono a Garanzia Giovani si distinguono per disponibilità alla mobilità, ovvero sono tra i primi per numero in Italia pronti ad accogliere offerte provenienti da fuori i confini regionali. Destinazioni preferita sono, come ormai da copione, le regioni del Nord: Lombardia (3.523 richieste), Veneto (3.523 richieste), Emilia–Romagna (2.419 richieste), Toscana (1.976 richieste) o Piemonte (1.772 richieste).