DIA: “La mafia ha innalzato il livello di sfida, possibili derive di scontro”

La strategia silente che ha caratterizzato gli ultimi anni di Cosa Nostra sembra finita. Bisogna dunque prepararsi a contrastare possibile derive di scontro. Lo sottolinea la Direzione investigativa antimafia nella relazione al Parlamento che rileva”segnali che, sembrano propendere verso derive di scontro ancora da decifrare”.

Il “basso profilo” adottato negli ultimi anni “per eludere l’attenzione investigativa” ha lasciato il posto ad “un innalzamento del livello della sfida” e ad “una desueta protervia, manifestata attraverso ripetuti atti intimidatori e minacce nei confronti di esponenti della magistratura siciliana e delle istituzioni locali, nonche’ di rappresentanti di organizzazioni pubbliche e private impegnati, a vario titolo, nella lotta antimafia”.
In un una situazione cosi’ delicata e in assenza di profili di rischio cosi’ elevati – scrivono gli analisti della Dia – si avverte la necessita’ di intensificare le attivita’ preventive e di analisi, al fine di cogliere con la massima anticipazione possibile gli eventuali cambi di postura da parte dei sodalizi mafiosi”.

La relazione disegna una organizzazione “tuttora alla ricerca di nuovi equilibri” e “protesa a recuperare il proprio predominio sul territorio” anche se “la mancanza di una leadership nella pienezza dei poteri impedisce la definizione di strategie operative di vasto respiro e fa si’ che l’organizzazione sia ancora influenzata dalle direttive provenienti da capi detenuti e latitanti, ben piu’ autorevoli degli emergenti”.
Serve comunque, ribadisce la DIA,  un esteso impiego di indagini patrimoniali per scardinare “il rapporto tra Cosa Nostra e pezzi significativi dell’economia locale”.  “Tale legame alimenta il potere mafioso, contamina la dimensione socio-culturale del territorio frenandone lo sviluppo e impedendo l’evoluzione verso un moderno sistema di governance”.


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