La sentenza è arrivata, il giudice Salvatore Caponetto ha condannato a 10 anni Andrea Balsano, il 18enne del quartiere Zen, reo confesso, seppur in un secondo momento, dell‘omicidio di Aldo Naro, la sera di San Valentino. Per coincidenza, si festeggiava anche il carnevale e il medico 25enne si trovava con alcuni amici in discoteca, al Goa, ad un party in maschera. Per futili motivi legati ad un cappellino, era scoppiata una rissa, durante la quale il ragazzo, ancora minorenne, in servizio come buttafuori, aveva sferrato il calcio mortale alla testa di Aldo, lasciandolo morto sul pavimento. Era stato arrestato dopo quattro giorni.
L’avvocato Maurizio Di Marco, legale del minorenne si dice pronto a ricorrere in Appello: «È il primo caso in Italia – dice a MeridioNews – di una condanna simile per una morte avvenuta durante una rissa senza alcun tipo di arma. Forse – ha aggiunto – il giudice vuol riscrivere la pagina 43 del codice penale. Il mio assistito è intervenuto durate una rissa, ma non c’è un’arma e l’articolo 584 del codice è chiaro: “Sussiste il reato di omicidio preterintenzionale quando avviene la morte di un soggetto come conseguenza della condotta di cui agli art. 581 (reato di percosse) o 582 (reato di lesioni personali)”, quindi perché dare il volontario? Vogliono dimostrare che il mio cliente ha dato quel calcio sapendo di poter uccidere e non è così. Noi andremo in appello per questo questo».
«Per noi è il primo tassello peri l raggiungimento della verità – dice l’avvocato Nino Caleca che assiste la famiglia Naro assieme a Roberto Mangano e Pier Carmelo Russo -. Con questa condanna si conferma la gratuità del gesto e questo è fondamentale, ma adesso dobbiamo andare avanti finché non sarà tutto svelato. Nel processo a carico dei maggiorenni – conclude – ci costituiremo parte civile».
La procura ordinaria, ha infatti chiuso un altro fascicolo di indagine coordinato dai pm Claudio Camilleri e Carlo Marzella, che coinvolge altre 13 persone, tra le quali Massimo Barbaro, uno dei titolari della discoteca. Gli imputati sono accusati a vario titolo, di rissa e favoreggiamento. Si attende che venga fissata l’udienza preliminare.
Per la famiglia di Naro, il ragazzo non ha mai detto tutta la verità ed è sempre stato forte il dubbio, che Andrea Balsano sia stato usato, proprio perché minorenne, come capro espiatorio per coprire qualcun altro e come ci ha spiegato l’avvocato Caleca «Non hanno mai accantonato l’idea. E’ una disperata ricerca della verità».
Il buttafuori ha di contro sempre dichiarato di essere stato lui a dare un calcio ad Aldo Naro ma in risposta a un’aggressione subita dalla vittima e da altri ragazzi. Il processo era iniziato lo scorso luglio. Oggi la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 21 anni, pena che in abbreviato viene automaticamente commutata in 15 anni.
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