La formazione di De Zerbi, reduce dalla vittoria ottenuta a Bergamo contro l'Atalanta, non vuole fare la vittima sacrificale nel match casalingo contro i campioni d'Italia tornati mercoledì sera in vetta alla classifica. Sulla carta l'esito del match è scontato ma il calcio sa regalare anche delle sorprese
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E’ in assoluto la partita più difficile ma, paradossalmente, da un certo punto di vista è anche la più semplice. Palermo-Juventus, anticipo pomeridiano della sesta giornata di campionato in programma oggi alle ore 18 allo stadio «Barbera», è una sfida proibitiva per i rosanero ma, ragionando per assurdo, può essere considerata una partita più facile rispetto ad altre. Certamente lo è sotto il profilo psicologico, dato che i padroni di casa potranno giocare con la mente libera sapendo di non avere nulla da perdere, e sul piano motivazionale. Sono queste, infatti, le classiche partite che si preparano da sole, quelle in cui nei giocatori scatta automaticamente la molla necessaria per affrontare l’avversario con gli stimoli giusti.
Mettendo a confronto i valori delle squadre è chiaro che la lotta è impari. Il pronostico è tutto dalla parte della compagine bianconera, tornata in vetta alla classifica mercoledì sera in virtù del successo casalingo contro il Cagliari e del contemporaneo pareggio del Napoli a Marassi contro il Genoa, ma il Palermo non parte battuto in partenza. Gli uomini di De Zerbi, reduci dal blitz vincente di Bergamo e a quota 5 punti, sono in buone condizioni di salute e potenzialmente hanno i mezzi per provare a contenere l’onda d’urto della corazzata bianconera. E’ una Juve super ma non imbattibile. Una squadra competitiva in ogni reparto, anche in virtù di un mercato estivo roboante, ma con dei meccanismi ancora da registrare. Prima di archiviare con facilità la pratica Cagliari nel turno infrasettimanale, ad esempio, la squadra di Allegri aveva mostrato delle sbavature in fase difensiva e alcune valutazioni del tecnico (Pjanic schierato più volte in cabina di regia, Higuain lasciato inizialmente in panchina a San Siro contro l’Inter) non erano state particolarmente brillanti.
Anche se l’organico fa paura (in attacco, ad esempio, possono alternarsi giocatori del calibro di Higuain, Mandzukic e del grande ex di turno Dybala ancora a secco in questa stagione), i bianconeri sanno che le partite si vincono sul campo e non sulla carta. Se non affronteranno il Palermo con la giusta concentrazione, anche i campioni d’Italia in carica rischiano di andare in sofferenza. Una cosa è sicura: la formazione di De Zerbi non vuole fare la vittima sacrificale. La squadra proverà ad esprimere il proprio gioco consapevole del fatto che quello di oggi sarà un test utile per verificare i progressi soprattutto dal punto di vista dell’atteggiamento, della costruzione di una mentalità da tradurre in campo anche in occasione delle gare contro formazioni di pari livello.
Sono ventidue i convocati. Oltre ai lungodegenti Quaison, Trajkovski e Morganella (l’esterno svizzero, tuttavia, ieri è tornato ad allenarsi in gruppo), non figurano nell’elenco Rajkovic, Bentivegna ed Embalo, indisponibile a causa di una lesione di primo grado al bicipite femorale destro. Rispetto alla formazione proposta mercoledì sera a Bergamo, nel match di oggi (il terzo nel giro di sei giorni) De Zerbi certamente darà un tocco di novità al suo scacchiere. In dubbio la presenza nell’undici titolare di Diamanti, non al top della condizione. A centrocampo, salgono le quotazioni di Jajalo, entrato contro l’Atalanta in partita in corso.