Dai supermercati svuotati alla psicosi da combustibile Olio di semi nelle auto? «Porta a distruzione motore»

Assalti a supermercati e stazioni di rifornimento. Due scene che hanno caratterizzato l’ultimo fine settimana in Sicilia – e non solo – e che hanno portato i ricordi indietro nel tempo: alla prima fase del lockdown – quando il lievito e la farina erano introvabili sugli scaffali – e al 2012, anno in cui il movimento dei Forconi paralizzò l’Italia. Così i carrelli sono tornati a riempirsi oltre il normale consumo di scatolame vario, pasta e lievito. Ma anche, a sorpresa, di olio di semi, importato per larga parte dall’area in cui imperversa il conflitto tra Russia e Ucraina. Tra le concause di questa generale isteria c’è stato l’annunciato blocco degli autotrasportatori. Una notizia presto smentita da Unatras, principale sigla che riunisce gli operatori del settore. La stessa che aveva paventato un blocco per il 19 marzo, frenato dopo la convocazione da parte del governo – prevista domani – per aprire una trattativa, così da trovare una soluzione al caro combustibile. Sui costi schizzati in alto la procura di Roma ha aperto un’inchiesta mentre il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto che non ci sono motivazioni tecniche «ma solo speculazioni dei mercati».

«Si vive della psicosi da accaparramento – spiega durante la trasmissione Dirett…ora d’Aria Salvatore Motta, imprenditore siciliano della grande distribuzione organizzata – La gente si è riversata nei supermercati per riempire i carrelli. Con uno sciopero ci sarebbe stato qualche disagio, ma comunque tutto superabile. Adesso invece ci ritroviamo costretti a riempiere gli scaffali con una logistica a monte che porta ad avere carenza di alcuni prodotti. Non possiamo negare, a causa della guerra in Ucraina, inizino a scarseggiare alcune materie prime, tra cui soprattutto il grano. Il che incide ovviamente sui prezzi, anche dei prodotti derivati che si trovano nei supermercati. Per il momento, però, non abbiamo imposto un limite agli acquisti di determinati prodotti e credo che non lo faremo, perché siamo sicuri dei rifornimenti». 

E da un rincaro a un altro, a preoccupare i cittadini è stato soprattutto il folle prezzo raggiunto dal combustibile per auto, ben oltre i 2 euro al litro. «Non c’è una motivazione tecnica dietro gli aumenti, possiamo dire serenamente che si tratta di una truffa – spiega durante il programma Rosario Lanzafame, docente ordinario di Macchine e Sistemi per l’energia e l’ambiente dell’università di Catania – Circa 15 anni fa il petrolio ha superato i 100 dollari al barile, eppure non abbiamo registrato un prezzo superiore ai due euro al litro come oggi. Non esiste una minima correlazione, tant’è che il ministro oggi ha parlato di una colossale speculazione», spiega durante il programma Rosario Lanzafame, docente ordinario di Macchine e Sistemi per l’energia e l’ambiente dell’università di Catania.

Dietro la corsa agli
approvvigionamenti alimentari, però, ci sono anche aspetti decisamente curiosi, come diversi video tutorial per creare combustibile fai da te con l’olio di semi. Teorie in cui si mischia una buona dose di complottismo e l’annunciata possibilità di risparmiare grosse cifre mischiando il prodotto alimentare con il combustibile tradizionale per alimentare le auto. «Nel corso degli anni salta fuori questo argomento e puntualmente viene oscurato – spiega un uomo su YouTube –  È ormai largamente risaputo che i motori diesel lavorano benissimo con l’olio di semi». «Siamo tornati agli anni ’70 – risponde sorridendo Lanzafame – Potenzialmente le piante oliagene possono essere utilizzate in un motore ad accensione per compressione se correttamente lavorate, tuttavia bisogna considerare somiglianze e differenze con gli idrocarburi. Utilizzare questi prodotti comprati al supermercato in motori di nuova generazione porta a tre grandi disfunzioni: incrostazioni in camera di combustione, forte mal funzionamento nell’apparato di iniezione e infine l’azzeramento del rendimento globale sotto l’aspetto funzionale. In generale, se usati per molto tempo, raggiungiamo la distruzione della mappatura con l’incollaggio parziale sulle bronzine e sulle fascia di tenuta. Si arriva al grippaggio e infine si può buttare la macchina».

Ma, come appunto, anticipava il docente, in realtà dall’olio – opportunamente trattato – si realizza il bio-combustibile. E forse da qui nasce l’equivoco che sta portando alcuni cittadini ad attentare alle proprie auto sperando di risparmiare. «Noi lo facciamo nel nostro laboratorio all’università – racconta il professore – Ci facciamo portare l’olio utilizzato per le fritture da un noto fast food catanese e lo trasformiamo in bio-combustibile con un processo un po’ tecnico. Certo, per onestà intellettuale va detto che, rispetto al combustibile normale, per garantire le performance dell’auto se ne consuma un po’ di più. Ma in compenso ci tiriamo fuori anche la glicerina, utile per la cosmesi».

Dario De Luca

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