Una laurea in Lingue a Catania, uno stage in Spagna, un lavoro in un call center, fino all'occasione di un tirocinio in una galleria d'arte a Derry. È un percorso comune a molti giovani quello del 26enne siciliano che ha da poco pubblicato il suo primo libro: Double, Doppio, raccolta di undici storie in inglese e italiano. Al ritorno a casa non pensa, almeno per il momento: «Parlo spesso della Sicilia e delle sue occasioni mancate, ma adesso devo metabolizzare tutto quello che sto apprendendo per poi portarlo in un futuro in Italia»
Da Paternò all’Irlanda per diventare scrittore Antonio Chisari: «Qui rispettano i sogni»
«Ok, scrivi, ma per vivere che fai?». Se lo è sentito ripetere spesso Antonio Chisari, 26 anni, di Paternò, una laurea in Lingue a Catania. Almeno prima di trasferirsi a Derry, in Irlanda del Nord, da dove pensa di non tornare in Italia troppo presto. «Qui mi sento molto più a casa, in Sicilia a volte provavo quasi disagio. Ma è una questione personale, non ho mai avuto nulla contro chi resta», racconta con semplicità. Non sa ancora cosa succederà nei prossimi anni della sua vita, ma intanto ha reso concreta la sua ambizione pubblicando il suo primo libro Double, doppio, raccolta di racconti in doppia lingua: in inglese e in italiano. «Un modo per coniugare la passione per la scrittura a quella per la traduzione – spiega – So che non vivrò di questo, ma al momento voglio far conoscere cosa faccio e l’Irlanda offre più opportunità».
Tutto comincia dopo la laurea triennale in Lingue nel capoluogo etneo e la decisione di non continuare gli studi. «Perché a Catania non vedevo potenzialità e non avevo nemmeno la possibilità economica di andare fuori – continua Chisari – Così ho deciso di lavorare part time, guardarmi intorno e fare qualche viaggio all’estero». Uno stage in Spagna, a Valencia, in un’agenzia di pubblicità, un lavoro in un call center, fino all’esperienza con il progetto Leonardo da Vinci – una sorta di Erasmus per laureati – a Derry, in Irlanda. «Mi sono trasferito qui a inizio dello scorso anno e ho svolto un tirocinio in una galleria d’arte – racconta – Mi occupavo di promozione, assistenza linguistica e supporto alle attività che coinvolgono gli stranieri». In mezzo, c’è sempre stata la scrittura e la collaborazione con diverse riviste letterarie.
Una passione coltivata nel tempo libero tra un lavoro e l’altro, ma che adesso per Chisari è diventata qualcosa di più. Insieme all’occupazione da freelance che lo tiene impegnato nell’organizzazione di eventi con altre gallerie d’arte e l’allestimento di mostre. «Qui ho avuto modo di conoscere diversa gente del posto, da esperti letterari a semplici lettori madrelingua, che mi hanno aiutato con la traduzione dei racconti che avevo scritto nel corso del tempo». Il primo pubblico del giovane scrittore paternese che lo ha incoraggiato a intraprendere la difficile strada verso la pubblicazione. «Alcune case editrici mi dicevano che per la loro linea editoriale i racconti erano troppo complessi – racconta Chisari – Io ho colto i suggerimenti, ma sentivo anche la voglia di non stravolgere il mio progetto». Da qui la scelta di pubblicare a febbraio da indipendente, con un libro in formato solo cartaceo ma ordinabile online.
«Il titolo Double, Doppio non si riferisce solo alla doppia lingua dei racconti, ma anche ai personaggi, tutti con una doppia visione di sé, una sorta di duplice personalità positiva e negativa comune a tutti», spiega l’autore. A promuovere il volume a cavallo tra i due Paesi, anche una pagina Facebook che raccoglie le impressioni dei lettori. «Finora sta andando bene, con un buon successo di critica e vendite», continua. Undici storie dal linguaggio diretto, senza buoni sentimenti gratuiti, per lo più legate all’attualità di una generazione giovane. Le relazioni – d’amicizia e d’amore -, le famiglie allargate, la malattia, la vita dei trentenni alle prese con un lavoro e un futuro personale sempre più sfuggevoli. Ma anche storie surreali, come i viaggi tra il sogno e la realtà, dove fattorie diventano appartamenti di città, e la difficile convivenza con alter ego immaginari. «Ho notato che i lettori italiani si rivedono più nelle storie, mentre gli irlandesi nei racconti più surreali, forse più universali – commenta l’autore – Il punto è che storie scritte due o tre anni fa sono ancora attuali, e non so se è un bene, perché significa che le cose non sono cambiate».
È per questo che Antonio Chisari al momento non pensa di tornare in Sicilia. «Qui, nonostante resistano ancora dei pregiudizi, sento un maggiore rispetto per quello che voglio fare. Prima di giudicare cercano di capire chi sei e cosa fai». L’idea di un rientro c’è, ma il giovane scrittore non sa ancora se sull’isola oppure al Nord. «In realtà da quando vivo qui parlo spessissimo della Sicilia, specie dal punto di vista artistico. Perché, se le cose cambiassero, saremmo ricchi. In Irlanda possiedono tre cose, ma il loro turismo è il doppio rispetto a quello di città come Catania, dove invece basta camminare per strada per trovare l’arte, anche sotto ai propri piedi». Un cambiamento che però passa anche da intelligenze come la sua e Chisari ne è consapevole. «Adesso devo metabolizzare tutto quello che sto apprendendo – conclude – Per poi portarlo in un futuro in Italia».