Cresciuta con gli anime giapponesi, la disegnatrice panormita Valentina Ventimiglia ha fatto della propria passione un lavoro. Collaborando, tra le tante produzioni alle quali ha partecipato, ai film hollywoodiani Fantastic Mr Fox e Frankenweenie. «Se sei bravo e ti sei fatto notare, prima o poi ti arriva un'offerta grazie al passa parola». Guarda i disegni
Da Palermo a Tim Burton, le storie per immagini di Valentina «Disegnare significa raccontare, far rivivere un’esperienza»
Ha disegnato per i celebri registi Tim Burton e Wes Anderson, e ora lavora ad un progetto personale nato dall’esperienza intrecciata con la figlia appena nata. Sempre all’insegna del raccontare storie attraverso le immagini. E’ il filo comune che lega i lavori della disegnatrice Valentina Ventimiglia. Nata a Palermo ma ormai da tempo lontana dalla città, negli anni ha coltivato la sua passione per il disegno trasformandola in una professione e rimanendo coinvolta anche in grossi progetti internazionali. «Mi tornano in mente le parole di un mio caro professore di liceo – dice Valentina quando le si chiede del suo lavoro – il quale un giorno disse che tutto ciò che facciamo dalla mattina alla sera, che sia una chiacchierata con amici o insegnare in una classe, è raccontare. Storie brevi, lunghe, a episodi, aneddoti: a me viene meglio raccontare a immagini».
Dalla riflessione su ciò che può e deve trasmettere il disegno, la disegnatrice passa poi ai ricordi. «Ho cominciato a disegnare da piccolissima – racconta – quindi non ricordo esattamente quando sia scattata la molla, ma lo stimolo più forte in assoluto sono stati i cartoni animati, per lo più giapponesi degli anni ’80 e ’90. Per me disegnare significa voler raccontare qualcosa, rivivere un’esperienza e quei cartoni animati mi facevano sognare e affezionare ai loro protagonisti». Terminato il suo percorso di studi al liceo artistico di Palermo, Valentina si trasferisce a Torino dove frequenta un corso di tre anni, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, una scuola specializzata nell’animazione. «Stare in mezzo a un gruppo di persone il cui unico interesse comune fosse il mondo dell’animazione – spiega Valentina – mi ha dato la possibilità di vederne tutte le sfumature, tirandomi fuori dai soliti schemi. La scuola che ho frequentato era un piccolo laboratorio di autori, a ognuno veniva data la possibilità di studiare, esplorare e agire con buoni strumenti, per poi specializzarsi in ciò che più piaceva».
Trasferitasi a Londra dopo aver vinto una borsa di studio presso Cartoon Network Europe, Valentina si trova ormai lanciata in un mondo estremamente competitivo. Nella capitale inglese inizia a tessere una rete di contatti che si rivelerà proficua. «Il mercato dell’animazione a Londra è super competitivo e si va sempre di fretta – continua -. Se sei bravo e ti sei fatto notare, prima o poi, ti arriva un’offerta grazie al passa parola. Ho sempre saltellato da un lavoro all’altro, perché le produzioni sono brevi e intense». Fino ad arrivare alle più grosse produzioni cinematografiche mondiali e ai maggiori nomi del settore. «Serviva un disegnatore per Fantastic Mr Fox, il film in stop motion di Wes Anderson, tratto dal famoso racconto di Roal Dahl. Lo storyboard supervisor è un caro amico/collega di un mio caro amico/collega. Quest’ultimo ha fatto il mio nome, il supervisore è andato poi a vedere i miei lavori online, sono piaciuti e mi hanno contattata. In quello stesso studio, due anni dopo è cominciata la produzione di Frankenweenie, di Tim Burton e molta gente che aveva lavorato a Fantastic Mr Fox, come me, è stata richiamata».
Un’esperienza, quella con Tim Burton, che molti disegnatori sognano come apice della propria carriera. E che Valentina narra in questo modo: «Il team di cui facevo parte, quello di storyboard, è abbastanza un’eccezione, perché è lì che in un film d’animazione la storia viene tradotta da sceneggiatura in immagini. Lì si che hai la possibilità di esprimerti, ma devi essere bravo a capire cosa vuole il regista. Io ero l’assistente e occupavo un ruolo meno creativo. Nonostante avessi avuto l’occasione di esprimermi in una piccola sequenza, per lo più correggevo e apportavo modifiche sul lavoro di altri. Stimo moltissimo il vecchio Tim Burton, ma non vado pazza per quello degli ultimi anni».
Adesso la fumettista d’origini palermitane ha iniziato a lavorare a un suo progetto personale traendo spunto dalla fantasia che la sua piccola figlia sprigiona giornalmente. Vive ancora in Gran Bretagna, a Manchester e non smette nemmeno per un attimo di produrre. «Mi sto dedicando al cento per cento a Labuntina Sing- Along, il mio progetto personale di video musicali animati, nato dalla necessità d’intrattenere mia figlia e dalla voglia di insegnarle qualcosa allo stesso tempo. Quando Clara aveva circa un anno, per facilitare alcune fasi principali della giornata, mi sono ritrovata a canticchiare delle canzoncine inventate sul momento. Era un modo per catturare la sua attenzione, funzionava benissimo – spiega ancora Valentina -. Quando mi sono ritrovata con dieci canzoncine, mi sono resa conto di avere in mano qualcosa. Mia figlia impazziva per i video animati musicali che si trovano su internet e quindi ho pensato che potevo farlo anch’io, con le mie canzoncine. Ho cominciato a lavorare alla parte grafica e ho inventato i tre personaggi protagonisti e il loro mondo. Ho deciso di andare su Kickstarter, con l’obiettivo di riuscire a produrre almeno il primo video e a registrare le prime cinque canzoni e ho avuto successo, sono anche stata contattata da un broadcast, ma non posso ancora dire di più al riguardo, incrociate le dita per me».