Il deputato regionale avanza sospetti sul candidato pentastellato: «Mani sulle sale bingo di Palermo e su qualche bene sequestrato alla mafia che opera in questo campo». Anche Ferrandelli va alla carica: «Non sanno amministrare nè leggere le carte». Dai pentastellati la replica: «Noi impegnati contro ludopatie, solo macchina del fango»
Da Cantiere Popolare e Ferrandelli strali sui cinque stelle Cordaro: «Interessi famiglia Forello su gioco d’azzardo»
Dalla Multisala Politeama, dove Cantiere Popolare ha presentato oggi la lista di candidati al Consiglio comunale e alle Circoscrizioni, arriva un segnale chiaro: il Movimento 5 Stelle è avversario temibile e temuto. Forse più del sindaco uscente Leoluca Orlando. Già prima dell’ingresso il leader di Cp Saverio Romano parte alla carica accusando i pentastellati di ispirarsi alle ideologie totalitarie mentre dal palco il volto del centrodestra Fabrizio Ferrandelli li definisce, per usare un eufemismo, incapaci: «Dopo cinque anni di amministrazione Orlando, da cui la città esce massacrata – dice -, non possiamo permetterci altri cinque anni di avventura. Il voto ai Cinque Stelle magari sul momento può soddisfare la rabbia ma il giorno dopo che succederà? Non hanno eletto neppure un consigliere di circoscrizione (alle amministrative del 2012, ndr) e soprattutto non hanno personale politico che spieghi loro come funzionano le procedure, le determine, le delibere, gli uffici e i rapporti con aziende, enti locali, Regione, governo nazionale e Unione Europea. Rispetto la rabbia, ma serve un gruppo dirigente capace di leggere le carte».
Ma l’accusa più grave arriva dal deputato regionale Toto Cordaro, che chiama in causa la famiglia del candidato grillino Ugo Forello su un tema particolarmente sensibile in una città economicamente depressa: il gioco d’azzardo: «Mi chiedo se Grillo sappia chi sia Forello – attacca -. Sul suo blog definisce il gioco d’azzardo, i bingo e le sale slot una ‘droga di Stato’. Ebbene, credo che la famiglia maggiormente interessata nelle sale bingo di Palermo, così mi dicono, sia la famiglia Forello. E credo che, da quello che mi dicevano, ci sia anche qualche bene sequestrato alla mafia, che opera in questo campo, che sia stato affidato a questo contesto familiare. La chiarezza esterna, le urla esterne, che spesso nascondono magagne interne, sono la dimostrazione della peggiore politica che finisce per tutelare non interessi generali e astratti ma solo ipotesi di bottega».
«Né mio padre né io abbiamo interessi economici legati al gioco d’azzardo, né tanto meno su beni confiscati». Non tarda ad arrivare la – lunga – replica di Forello. «Nel vuoto assoluto di argomentazioni politiche, certi esponenti del vecchio sistema, dei partiti, che elogiano condannati per mafia e sostengono candidati sindaco indagati per voto di scambio politico mafioso – l’allusione del pentastellato è all’inchiesta che ha coinvolto Ferrandelli -, mi attaccano per sviare scientificamente l’attenzione da quel sistema clientelare che loro stessi incarnano e che ha governato a Palermo e la Sicilia per decenni, ma che la maggior parte dei palermitani ormai ripudia. Azionando la macchina del fango nei miei confronti, vogliono colpire il M5S».
Secondo Forello, che si riserva di adire le vie legali dopo le dichiarazioni di Cordaro, «lo fanno perché evidentemente hanno capito che la gente ci voterà per scardinare quel sistema che ha condotto la quinta città d’Italia e l’Isola nel baratro. Chi attacca sul nulla manifesta solo debolezza e dovrebbe solo vergognarsi, ma dubito che lo farà perché non conosce questo nobile sentimento». E rilancia invitando gli aspiranti sindaci a firmare un protocollo di legalità «che impegni tutti ad adottare misure non solo di contrasto al gioco d’azzardo ma anche a non candidare indagati alle amministrative di giugno. Anche se – sottolinea Forello – capirei l’imbarazzo di chi sarebbe costretto a sfilarsi essendo indagato per voto di scambio politico mafioso. Tra le prime azioni che l’amministrazione 5Stelle a Palermo metterà in campo – conclude – una volta al governo, c’è proprio il contrasto al gioco d’azzardo come già fatto a Roma e Torino. Ci siamo già espressi in tal senso lo scorso 20 aprile, quando abbiamo raccolto l’appello dei sindaci 5Stelle contro il gioco d’azzardo».